Roberto Straccia: per i familiari non è stato suicidio e ingaggiano l'ex capo del Ris

09 Gennaio 2012   10:54  

La famiglia Straccia non ci crede, non crede che Roberto abbia scelto di farla finitia. L'ipotesi del suicidio è quella su cui sta lavorando la Procura di Bari.

E per sostenere la propria posizione la famiglia nomina un pool difensivo. L’avvocato scelto è Emilia Velletri, già difensore di Sabrina Misseri. La famiglia ha ingaggiato consulente di parte per il dna è il biologo Luciano Garofalo, generale in congedo dai carabinieri ed ex comandante dei Ris di Parma.

Se sul cadavere verrà confermata l’assenza, già riscontrata dal medico legale, di ferite da taglio, da armi da fuoco o da corpo contundente, prenderà forza l’ipotesi del suicidio che per gli inquirenti pescaresi è diventata la prima ipotesi.

C’è la mancanza assoluta - dice un inquirente - di elementi che facciano pensare a un omicidio, per esempio non c’è un movente. Roberto era mite, affettuoso, benvoluto come dimostra la straordinaria mobilitazione degli amici dopo la sua scomparsa. La sua era una vita tranquilla, non assumeva droghe, non abusava di alcol, non frequentava giri pericolosi come hanno accertato le indagini dei carabinieri, coordinati dal capitano Eugenio Stangarone. Non era legato ufficialmente a una ragazza e quindi non si può pensare che sia stato ucciso per gelosia, o rabbia o dolore per un amore non corrisposto o tradito. La prima analisi sui computer e sui telefoni conferma l’immagine di un bravo ragazzo, simile per interessi e contatti ai suoi coetanei.

Viene considerata estremamente improbabile l’idea che possa essere stato spinto in acqua da un folle: era giovane, forte, avrebbe reagito e una colluttazione sarebbe stata notata da qualcuno, tanto più che il pomeriggio in cui Roberto è scomparso faceva caldo e c’era gente in giro. Resta la possibilità che la caduta, nel fiume, o dal molo, sia stata accidentale, magari la conseguenza di un malore improvviso, che nessun esame autoptico però potrà chiarire.

Le inchieste sulla morte di Straccia sono due: quella della Procura di Pescara, per sequestro di persona e quella della Procura di Bari, per istigazione al suicidio. Per il momento procedono parallele. Dopo l’autopsia e altri esami eventualmente necessari, l’inchiesta con ogni probabilità tornerà a Pescara.


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