Roberto Straccia: sotto esame la vita del ragazzo

Mercoledì l'autopsia

09 Gennaio 2012   10:04  

Sembrava una storia senza ombre, quella di Roberto Straccia, almeno fino al momento delle scomparsa avvenuta il 14 dicembre 2011. Il ritrovamento di un cadavere sul lungo mare di Bari, vestito esattamente come Roberto il giorno della scomparsa e con addosso chiavi di casa e i-pod di Roberto, apre nuovi scenari.

Attualmente si attendono gli esami autoptici. L'autopsia e l'esame del Dna chiariranno se davvero quel cadavere è Roberto e come sia morto. Si dovrà analizzare l'eventuale presenza d'acqua nei polmoni, il che potrebbe spiegare quanto tempo è stato in acqua, e da quanto tempo è stato riconsegnato dai flutti alla terra. Il Dna, prioritariamente, stabilirà l'identità del corpo. Sarà il medico legale Giancarlo Divella ad eseguire l'autopsia.

Ad una prima analisi sembrano assenti segni di violenza sul cadevere, che è del tutto irriconoscibile.

E nell'attesa di capire di più ci si interroga su come quel corpo possa essere giunto fin lì. Roberto ha avuto un malore mentre faceva jogging ed è caduto in acqua? Roberto è stato aggredito e poi trasportato fuori Pescara e gettato in mare? O Roberto, ragazzo limpido a detta di tutti, nascondeva un disagio così profondo da portarlo al suicidio?

Questa ultimo ipotesi sembra in realtà la meno probabile. Perché Roberto guardava al domani, in tutte le sue azioni: stava preparando il Capodanno con gli amici, era pronto ad organizzare il suo compleanno il 28 dicembre. Agiva come un ragazzo pieno di vita e di futuro. Così come fa pensare il fatto che sia uscito di casa, come sempre faceva, vestito da jogging senza strani incongruità.

Intanto la procura di Bari intanto ha aperto un fascicolo con l'ipotesi di reato di istigazione al suicidio, un espediente tecnico necessario per portare avanti le indagini. Quasi sicuramente l'inchiesta tornerà presto a Pescara dove i magistrati stavano indagando per sequestro di persona.

Però emergono ora alcuni fatti che introducono nella storia elementi inquietanti. 

Nel 2004  -  secondo quanto appurato dalla Procura di Fermo  -  Roberto, all'età di diciassette anni avrebbe tentato il suicidio nella casa di famiglia, ingerendo una Sprite alla quale avrebbe aggiunto dei pesticidi trovati nella piccola azienda agricola del padre Mario, fu salvato dai familiari. In realtà i genitori dicono il contrario: la Sprite era contaminata già al momento dell'acquisto.

La notte del marzo del 2009, Roberto si presentò al pronto soccorso di Pescara con gravi ecchimosi al volto e in stato confusionale. "Aveva bevuto ed era ubriaco..." racconta Angelo De Gruttola, 23 anni, suo coinquilino e amico più stretto "e forse aveva battuto la testa per strada". Per la famiglia invece aveva bevuto e aveva battuto la testa in casa (quella che a Pescara condivide con gli altri studenti). Nel referto del pronto sosccorso di Pescara si legge "Evidenti segni di colluttazione". Gli amici dissero ai medici di averlo trovato per strada quasi svenuto. Roberto rimase due giorni ricoverato in chirurgia. Per i parenti Per la famiglia invece aveva bevuto e aveva battuto la testa nella  casa di Pescara condivisa con altri studenti.


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