Salute mentale, Centri Diurni. Sirolli: "A L'Aquila gravi carenze numerica di professionisti"

11 Febbraio 2013   11:15  

Armonia :Psichiatria o Salute Mentale ?

"In questi giorni si parla di Psichiatria a proposito del “Progetto Armonia” , progetto a rilevanza nazionale attivo da circa 10 anni nei Centri Diurni Psichiatrici e nei Centri di Salute Mentale e oggi presentato quale innovativo nella programmazione della Salute Mentale a L'Aquila e Provincia. Come Presidente l'Associazione 180amici intendo portare un contributo sulla questione ” Psichiatria versus Salute Mentale”.

Il dottor Alessandro Sirolli Presidente Associazione 180amici-l'aquila presenta questa riflessione.

"Nella nostra Regione - spiega Sirolli - i Servizi di Salute Mentale sono sempre più poveri di risorse umane e sempre più forte è la caratterizzazione ambulatoriale dei Centri di Salute Mentale in ambienti squallidi , desolanti e desolati, con il risultato di continuare a produrre cronicità e bisogni di riabilitazione scarsamente soddisfatti con limitati interventi di formazione -lavoro , datati nella strumentazione di Legge e non produttivi di vere autonomie e uscite dal circuito psichiatrico.

Il ricorso alle privatizzazioni dei Centri Diurni Psichiatrici e delle “Residenze” (nelle varie tipologie fra “post-acuzie”, “case-famiglia”, “gruppi-alloggio” , “comunità protette) sembra essere obiettivo delle Aziende e dei Dipartimenti , non dichiarato ma perseguito . A L'Aquila , a proposito di alcune operazioni comunicative-mediatiche come "Progetto Armonia, il Futuro della Riabilitazione Psichiatrica" assistiamo anche alla definizione di"innovazione scientifica e culturale" di pratiche che dovrebbero essere semplicemente consolidate all'interno di progetti personalizzati a modello budget di salute , purtroppo lontano dalla psichiatria riparatoria dei danni da essa stessa prodotti. Si tratta di ripensare come migliorare la realtà di settanta persone che svolgono il loro lavoro senza contributi previdenziali (Legge Regionale “Borse-Lavoro” e “Progetto Armonia”), senza assicurazione e con quasi nulle possibilità di avere un vero lavoro, una propria abitazione ed una completa autonomia personale In questo teatro di protagonismo utile più che a rompere stigma e pregiudizio a favorire conferme di direzioni si rappresenta una debole realtà di modello innovativo, ricondotto comunque e nei fatti ad una mera questione assistenziale riduttiva della vecchia psichiatria post-manicomiale.

Sarebbe opportuna una riflessione sulle strutture riabilitative pubbliche che non dimettono quasi mai pazienti, per anni in perenne riabilitazione, i quali troppo spesso transitano dalla comunità terapeutica pubblica al Servizio Psichiatrico Diagnosi e cura, alla Comunità Terapeutica Privata, all'esperienza di inserimento lavorativo e spesso ancora si ritrovano tra le mura domestiche. Il tutto è purtroppo inserito nella cornice del precariato degli operatori e dell'incertezza dei finanziamenti degli stessi strumenti di pre-inserimento lavorativo nati e sviluppati dal 2001 per merito del Coordinamento Regionale Centri Diurni e della precedente Direzione Dipartimentale, tra l'altro interrotti dal Dicembre 2008 al dicembre 2010 non per terremoto ma per colpevole disinteresse e disattenzione politico-gestionale , comunque non di recente istituzione come si vorrebbe far credere nelle operazioni di immagine e di autoreferenzialità.

La situazione della salute mentale aquilana si caratterizza per una grave carenza numerica di professionalità medico- psicologico-sociali - riabilitative , per una carenza di programmazione davanti al crescente disagio psicologico dei cittadini e davanti al processo di unificazione aziendale che vede confluire tutti i ricoveri nel Servizio Psichiatrico Universitario di Diagnosi e Cura( un solo servizio per 310.000 abitanti) . Ricordiamo a questo proposito nel mese di settembre l'allarme del Sindaco dell'Aquila sui Trattamenti Sanitari Obbligatori, la rivelazione di 92 ricoveri in TSO nei mesi Gennaio-Settembre , dei quali un terzo appartenenti al territorio della ex ASL L'Aquila e gli interventi tranquillizzanti ma conseguenzialmente preoccupanti del dott.Vittorio Sconci. Onore e merito a tutti coloro che fra operatori e cittadini hanno costruito nella città la storia dell'accoglienza nel rifiuto di qualsiasi discriminazione nei confronti di chi vive il male mentale, pieno riconoscimento del valore culturale e scientifico della chiusura del Manicomio aquilano ma anche invito a non cedere alla tentazione autoreferenziale da reduci e a discutere invece dei problemi che attraversano i Servizi nei luoghi e nelle pratiche ripensando le strategie eprogrammando rapidamente nella partecipazione e nella democrazia senza la consueta dissociazione imbarazzante tra gli enunciati e le azioni.

La nuova sfida non può essere ridotta a perseguire come dichiara il dott.Sconci “l'accoglienza e la condivisione quale passo successivo alla chiusura dei manicomi”, ma l' esigibilità di pieni diritti di cittadinanza con vere opportunità emancipative, come definitiva rottura della triangolazione malattia-pericolosità-istituzione, con uso delle risorse nella prospettiva possibile della guarigione, con effettiva ricostruzione di Servizi Pubblici in grado di affrontare e superare il male mentale insieme ai protagonisti, persone esperte per storia vissuta e non più solo “pazienti psichiatrici”. 


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