"Salve Regina", il corto teramano in 3D al Festival di Roma

Oggi la prima assoluta

30 Ottobre 2010   10:44  

Teramo è in fibrillazione perchè oggi, al Festival di Roma (ore 15 presso il Teatro Studio), verrà presentato "Salve Regina", il corto che ha visto coinvolta tutta la città. La realizzazione di questo prodotto è costato grandissimo impegno a tutto il cast tecnico ed artistico, con tantissimi ragazzi provinati.


Tutto il progetto è stato realizzato in 3D, grazie alla Nuct - Scuola Internazionale di Cinema e Televisione, ad Avmagazine, rivista online di punta del settore audiovisivo, e la Panalight, azieda di prestigio in tutta Europa per le  attrezzature cinematografiche sempre all’avanguardia. Come dicevamo, tutto lo staff ha lavorato alacremente, con l'obiettivo di presentare un prodotto di altissima qualità.


A dirigere il corto è stata chiamata Laura Bispuri, figlia d'arte e laureata in Discipline dello spettacolo. Alla sua formazione hanno contribuito, però, non solo i libri ma anche e soprattutto il lavoro sul campo, con la frequentazione per ben due anni del Laboratorio Fandango, nonchè con la partecipazione sul set di "Lavorare con lentezza", per la regia di Guido Chiesa.


L' opera prima è il corto "Un uomo indietro", pellicola girata in 35mm che ha fatto incetta di premi in tutto il mondo. Il suo curriculum si è poi arricchito di due preziose opere dal grande valore sociale ed artistico: "Via del Pigneto" (documentario selezionato al Roma Film Festival) e "Vite infortunate", che ha partecipato al Festival Visioni italiane 2008 ed è stato selezionato per il Globo d’oro. Da segnalare anche il documentario realizzato per Giuseppe Piccioni ("Nascita di un cinema"), e la sua ultima fatica, risalente al 2010, intitolata "Passing Time" e vincitrice del David di Donatello nella sezione 'Miglior Cortometraggio' e al Festival Arcipelago come miglior Cortometraggio Nazionale.


Laura non sa spiegare come sia nata la passione per l'arte cinematografica, ma ricorda ancora un significativo episodio accadutole in tenera età: "quando avevo sei anni mio padre mi ha fatto vedere Il Bidone, di Fellini, io ho seguito tutto il film con attenzione fino alla scena in cui viene tirato un sasso sulla fronte del protagonista. A quel punto sono scoppiata in un pianto disperato che ancora oggi mi sembra di rivivere. Tant’è vero che non ho più avuto il coraggio di vedere quel film. Sicuramente Fellini è un autore che ha toccato delle mie corde profonde".


A proposito del suo modo di vedere la settima arte, la regista ammette di voler sempre scavare a fondo nei  personaggi, non fermandosi mai all'apparenza "anche se l’importante è che tutto ciò comunque scaturisca dal reale, altrimenti diventa una fantasia che va a ruota libera, e forse diventa fantascienza!".


La Bispuri, infine, si toglie qualche sassolino dalla scarpa: "Credo che il cinema di oggi non sviluppi dei personaggi femminili interessanti. Le donne spesso compaiono sullo sfondo, o sono superficiali, o sono funzionali alla storia. Raramente vengono approfondite. Antonio Pietrangeli è un autore che ha creato dei personaggi femminili stupendi, come ad esempio nel film “Io la conoscevo bene” o in tanti altri. Vorrei raccontare il mistero dell’animo femminile, la fragilità e la forza che accompagna le donne, l’imprevedibilità di certi atteggiamenti. E anche cercare di capire qual è un modello di femminilità in cui oggi io stessa possa riconoscermi e che possa piacere, essere vincente, rispettato, senza perdere la dolcezza che comunque, a mio avviso, nelle donne è sempre bella e preziosa."

Francesco Balzano


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