Sanità, Di Bastiano: governo Chiodi ha solo meriti
"Mi stupiscono le accuse strumentali quanto inutilmente offensive - violenza verbale tipica di una certa 'cultura' politica - con cui qualcuno ha condito il suo comunicato stampa con la stessa disinvoltura di chi cambia spesso partito e posizione politica, risultandone evidentemente frustrato e insoddisfatto. Condizione che ci spiace, tanto piu' perche' con la leggerezza di tali affermazioni dimostra una volta di piu' come sia lontano dalla conoscenza dei problema della sanita' cui si imbatte ora, occasionalmente e per chiari motivi di visibilita' personale".
Lo dice il consigliere regionale del Pdl Walter Di Bastiano che aggiunge: "Chi scrive - dice - lavora in ospedale da trenta anni e ci continua a lavorare, gratuitamente, anche adesso che, in virtu' dell'incarico di consigliere regionale, potrebbe tranquillamente farne a meno e magari ritagliarsi un po' di tempo per dedicarlo alla comunicazione della propria attivita' politica.
Non ho certo bisogno di partecipare alle riunioni ufficiali per farmi pubblicita', perche' presso la nostra struttura ospedaliera ho passato e continuo a passare la vita, confrontandomi quotidianamente con colleghi, paramedici e pazienti, senza mai sottrarmi e cercando di creare le migliori condizioni per la cura dei pazienti e per risolvere quelle problematiche interne all'ospedale mano mano che si presentano. Il precariato e' una di queste e di certo non e' una nostra responsabilita'. Non e' il governo Chiodi - afferma il consigliere - ad aver provocato il commissariamento ma, al contrario, qualche soluzione inizia a intravedersi, tanto e' vero che quest'anno, per la prima volta dal 2006, c'e' la possibilita' di stabilizzazione circa 500 precari in tutta la regione, a dimostrazione dei risultati concreti che abbiamo prodotti.
Da parte mia rimane la piena disponibilita' al dialogo con chiunque voglia anteporre la soluzione dei problemi alla polemica gratuita e sterile di chi, passando da una parte all'altra, sembra piu' interessato a ritagliarsi una collocazione politica personale".
