Sanità. La scure del Governo si abbatte sulla Asl teatina

I sindaci chiedono la mediazione di Chiodi

24 Gennaio 2009   12:57  
Tempi duri per le Asl abruzzesi. Periodo di grande prova anche per i sindaci, le amministrazioni, i cittadini e perchè no, anche per il commissario Redigolo, chiamato a gestire, approvare e disapprovare tutte le istanze e gli appelli di una Regione che ha sfiorato il baratro più volte e che oggi vuole ricominciare diversamente. Ecco allora che si fondano comitati e associazioni, si inoltrano petizioni, lettere aperte, "piani di rientro alternativi" affinchè la scure del Governo regionale non colpisca troppo forte la dove i destini incrociati di lavoratori, strutture e utenti non resisterebbero. E se non è possibile evitare i tagli alla sanità pubblica, l'intento generale è quello di salvare almeno le principali strutture ospedaliere ad oggi incappate nella tagliola governativa, per mezzo di un processo che le convertirebbe in organismi aziendali relativamente slegati dalle Asl, e dagli ambiti territoriali di riferimento: la cosiddetta aziendalizzazione.

PAROLE D'ORDINE: AZIENDALIZZARE E RIORGANIZZARE

Una soluzione che potrebbe interessare gli ospedali di Guardiagrele e Ortona. Il comitato ristretto dei sindaci presieduto dal primo cittadino di Ari, Renato D'Alessandro, ha infatti già contattato il commissario straordinario Gino Redigolo e il neogovernatore Chiodi al fine di proporre misure che consentano il ridimensionamento del debito pubblico senza che vengano colpiti più del necessario il personale e l'utenza del territorio. Impresa non facile. Fatta salva la dimensione ospedaliera lancianese negli ultimi anni in grande ripresa, la Asl teatina sembra versare in condizioni di grave precarietà e penalizzazione. Il manager Mario Maresca che la dirige sta cercando di far quadrare i conti, immerso com’è in un sistema che scalcia e si dimena affinchè vengano risparmiate tradizioni ormai insostenibili per le condizioni attuali dell'Abruzzo: la sanità pubblica e convenzionata deve affrontare il baratro socioeconomico della Regione.

I problemi del distretto sanitario teatino hanno radici profonde. Gestioni logore e progetti forse troppo ambiziosi hanno finito per ritardarne troppo a lungo l'inevitabile razionalizzazione. L'aziendalizzazione, e la realizzazione di un plesso ospedaliero di livello universitario a 3 poli, connesso al clinicizzato di Colle dell'Ara, sembrano ipotesi ancora spendibili sul piano dell'emergenza sanitaria in corso, ma le tempistiche per modificare il piano che Maresca ha approntato su indicazione della Regione sono effettivamente assai ristrette, una trentina di giorni al massimo. Sviluppare e potenziare le prestazioni del prossimo Policlinico teatino, senza abortire i piani di rilancio relativi ai due organismi ospedalieri di Ortona e Guardiagrele, è il compito che la nuova Giunta regionale si appresta ad assolvere. Relativamente a Guardiagrele inoltre, Maresca avrebbe già pronta una soluzione. Per ridurre il deficit ed ampliare l'offerta della Asl il manager avrebbe designato per il distretto il compito di " pronto soccorso mobile", con tanto di personale specializzato ed elicotteri per trasporti e trasferimenti urgenti.

La cosa importante, afferma il comitato dei sindaci, è riuscire a riparare al deficit senza che la logica del "limite di spesa" abbia la meglio sull'offerta del settore, la salute dei contribuenti, la situazione dei lavoratori.

LE COMUNITA' MONTANE PROTESTANO

Meno accondiscendenti Rocco Micucci, Antonio Tavani e Paolo Di Guglielmo, sindaci di Rapino, Fara San Martino e Civitella Messer Raimondo, località situate nelle Comunità montane della Maielletta e dell'Aventino Medio-Sangro. Il piano di risanamento del deficit in via di definizione non piace alle amministrazioni della Montagna. "Cerchiamo il dialogo ma si deve ribaltare il discorso dell’unico polo ospedaliero" affermano i sindaci, chiaramente contrari alla trasformazione in ospedali "secondari" delle strutture di Guardiagrele e Ortona al fine di condensare ricerca, mezzi e consulenze al policlinico universitario di Colle dell'Ara. Secondo il programma delineato da Maresca, in linea con le istruzioni dettate dalla Regione, al Santissima Annunziata andrebbero le urgenze , ad Ortona la chirurgia programmata e a Guardiagrele le lungodegenze.

Un solo polo d'eccellenza tuttavia sembra cozzare inevitabilmente con gli interessi e le necessità delle Comunità montane. Il piano di risanamento alternativo presentato dai sindaci al presidente Chiodi si costituisce essenzialmente di tre punti: una rete d’emergenza efficace, un sistema di percorso-cura per il cittadino anziano e specializzazioni varie per le sedi distaccate della Asl. "Altrimenti fateci una superstrada che in 20 minuti porti da Palena a Chieti -commenta con fare ironico il sindaco di Fara S. Martino Antonio Tavani- Questo piano tecnicistico è una strategia sbagliata che porta solo al malcontento. La prima cattiva mossa è stata pensare che, per salvare la nuova struttura ospedalizzata di Guardiagrele bisognava accorparsi a Ortona" .

"Andiamo in fondo per capire se si parla di interruzione di pubblico servizio essenziale" aggiunge Micucci che non manca di rievocare lo spiacevole ricorso al Tar inoltrato nel corso dell'inverno 2007-2008 relativo all'Ospedale Guardiese. Preoccupato che il piano sanitario manchi di considerare le urgenze dei suoi cittadini il sindaco di Rapino si scaglia contro quanti per fini elettorali hanno mancato di fare luce sulle dismissioni ospedaliere in corso nel territorio locale: "Siamo arrabbiati perché fino a 15 giorni fa il sindaco Mario Palmerio e Franco Caramanico, consigliere regionale dell’Unione, hanno mandato ai cittadini una lettera in cui si legge che si continua a buttare fumo negli occhi dei cittadini guardiesi e non solo, si continua a parlare di un ospedale in fase di dismissione, solo per motivi propagandistici ed elettorali. Dopo pochi giorni altre chiusure di reparti. Non ci stupiamo delle chiusure di oggi, già dall’estate di due anni fa, i reparti cominciarono ad essere chiusi senza piano sanitario. Prima pediatria e ginecologia con le ferie forzate. A seguire oculistica e chirurgia e ultimo, per ora, il pronto soccorso".

Per i tre sindaci la mediazione di Chiodi assume valore essenziale affinchè le Comunità montane non vengano ancora una volta sacrificate sull'altare del debito pubblico regionale.



Giovanna Di Carlo

 

 


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