Sant'Elia, tra la sua vecchia scuola e la new town

Il cratere minore

27 Aprile 2011   08:28  

Ci troviamo a Sant'Elia, una delle tante frazioni dell'Aquila, uno dei tanti antichi centri storici della città territorio, e dunque policentrica, travolta e sfigurata dal terremoto.

Anche qui uno dei problemi più sentiti a due anni dal sisma è la mancanza di un luogo di aggregazione, di un punto di convergenza dove la comunità possa tornare ad allacciare relazioni dopo la diaspora e lo spaesamento.

Gli anziani in particolare vagano solitari e pensierosi lungo le strade del vicino progetto C.A.S.E., dove buona parte degli sfollati di sant'Elia ha trovato alloggio.

I registi senza canovaccio né talento della ricostruzione si stanno apprestando a realizzare un'area destinata a servizi adiacente al progetto CASE. Cioè in buona sostanza un out-let prefabbricato con qualche spazio aggregativo a disposizione dei post-terremotati e clienti.

Il nostro interlocutore, Alberto Pelosi presidente di un'associazione di sant'Elia afferma che la priorità deve essere invece quella di ristrutturare la vecchia scuola al centro del paese, trasformandola in un centro polivalente, per giovani e anziani, anche con servizio di assistenza medica. A disposizione di chi vive in paese e di chi vive al CASE, con la fondamentale funzione di evitare lo sfilacciarsi dei legami sociali ed affettivi nei confronti dell'unica e vera sant'Elia, che è quella che c'era prima del terremoto ed è quella che deve essere ricostruita.

Sottesa a questa proposta l'idea condivisibile secondo cui i soldi pubblici destinati alla ricostruzione vanno spesi per recuperare prima di tutto l'esistente, per cominciare a ricostruire il definitivo e non per rendere più vivibile ciò che deve rimanere provvisorio, non per realizzare, dove non sia strettamente necessario, altri ennesimi prefabbricati ed appendici delle new town.

Una volta ricostruito l'esistente pre-sismico, una volta che gli aquilani lasceranno il progetto CASE, come tutti sperano, le nuove aree destinate a servizi, le posticce agorà, rischiano infatti di diventare cattedrali di cartongesso nel deserto del provvisorio-definitivo.

Sarebbero invece senz'altro soldi ben spesi quelli per la ricostruzione immediata della scuola di Sant'Elia, magari da affidare ad una ditta edile locale, perchè dentro quelle quattro mura lesionate ci sono i ricordi di infanzia e gli affetti di una comunità, c'è il loro passato e il loro futuro.

servizio di Filippo Tronca

montaggio di Marialaura Carducci


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