Scintille Boschi - Cuperlo in Direzione Dem. Renzi con Furbizio Sposta il Congresso dopo Referendum

10 Maggio 2016   05:00  

Era stata la minoranza a chiedere per prima il congresso. Ma ora che Renzi con una mossa elaborata negli ultimi giorni, raccontano, ha detto sì al congresso anticipato, la sinistra Pd resta fredda. "Vuole asfaltarci sulla scia della vittoria al referendum e poi andare a elezioni anticipate tagliandoci fuori dalle liste", c'è chi enfatizza. Né si accetta l'ipotesi di uno 'scambio': poca ostilità sulle riforme in cambio del congresso. "Sul referendum casino lo faremo e alla grande", garantisce un bersaniano tra i più spinti sul fronte del no.

Insomma al netto della 'tregua', chiesta in Direzione dal premier-segretario, i rapporti in casa dem restano tesi. "Io credo che noi non abbiamo nessun motivo per continuare nelle prossime ore e settimane una sfibrante discussione interna", ha detto Renzi invitando a un impegno corale per l'appuntamento di ottobre . La minoranza però non scioglie la riserva. "Ora siamo uniti sulle amministrative. Del referendum parliamo dopo", ha ribadito Roberto Speranza.

Comprese le richieste, messe nero su bianco in un documento, della minoranza che vanno dalla modifica dell'Italicum al confronto sulla legge per eleggere i rappresentanti del nuovo Senato. A tenere alta la tensione, poi, ci sono stati gli interventi in Direzione di Maria Elena Boschi, oggi in versione 'falco' sul referendum, e del segretario del Pd Emilia, Paolo Calvano. "Forse Renzi non li aveva informati della moratoria...", dicono nella minoranza.

A chiedere un chiarimento alla Boschi era stato Gianni Cuperlo. "Condivido le parole di Renzi e per quanto di mi riguarda le considero una bussola da seguire" ma, ha detto Cuperlo in Direzione, "la moratoria deve valere per tutti perchè se hai bisogno del voto di molti, il buonsenso dice che il tuo campo non lo devi dividere". Per questo, "ho atteso come un atto dovuto la smentita di una ministra che ha posto la sinistra per il no" al referendum "sullo stesso piano di Casa Pound. Chiedo che senso hanno queste parole? Che senso ha farlo?".

Le replica di Boschi arriva a stretto giro. Una precisazione, non una smentita. Una toppa peggiore del buco per la minoranza. "Dico a Gianni, più volte ho sentito equiparare chi vota sì a Verdini. In un incontro pubblico mi sono limitata a dire che chi vota no vota come Casa Pound. Non ho fatto valutazioni di merito ma una comparazione di un dato di fatto oggettivo", sottolinea Boschi centrando uno dei punti dello storytelling della campagna referendaria.

"Forse -ha detto a Cuperlo- ti saresti potuto non fermare al titolo del 'Fatto'. Bastava farmi una telefonata. Lo dico perché se anche tu ti fermi ai titoli vuol dire che è in corso una trasformazione ontologica che non mi sarei aspettata nel nostro partito".

Ribatte Davide Zoggia: "Aver ribadito anche oggi, seppur come dato di fatto, che chi vota no è come Casa Pound dimostra un errore di impostazione: si continua a dare un significato politico ad un referendum che sarà ovviamente trasversale" e poi sul segretario del Pd Emilia: "Vedo Calvano che propone le feste dell'Unità con scritto 'Sì al referendum' ma alle feste penso debbano venire tutti, anche chi vota no".

"Mi sembra -prosegue Zoggia- che ci sia un certo sovraccarico. Già c'è il rischio di una personalizzazione del referendum ed ora si accosta pure al congresso del Pd che vuole dire la linea del partito, la questione del doppio incarico, Verdini e via dicendo. E' la dimostrazione che di qui a ottobre si parlerà di tutto tranne che del merito della riforma costituzionale... Che facciamo nei prossimi mesi: campagna per il referendum o per il congresso?".

"L'impressione è che questo appuntamento di metà ottobre stia diventando la madre di tutte le questioni, mentre vista l'importanza del tema, la revisione della carta costituzionale, magari occorrerebbe stare al merito". Quanto all'anticipo del congresso la minoranza rivendica di aver avuto ragione a chiederlo tempo fa. "Io sono stato il primo a chiedere il congresso. Credo sia positivo -dice Speranza- far decidere alla nostra gente su quale linea politica debba avere il Pd".


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