Sciopero dei Lavoratori ex uffici territoriali per la Ricostruzione, con presidio in Prefettura

05 Luglio 2018   12:20  

I lavoratori impegnati nella ricostruzione dei comuni del Cratere venerdì 6 luglio incroceranno le braccia con le conseguenti ripercussioni su tutti i processi in atto.

Infatti per tale data è stata proclamata dalla FP CGIL, congiuntamente alla UIL e USB, una giornata di mobilitazione con uno sciopero di quattro ore su tutto il cratere aquilano del personale assunto dalle graduatorie RIPAM, con contratto di lavoro incardinato nei sei comuni “capofila” individuati all’interno di aree territoriali omogenee, comprendenti più Comuni e collocati negli Uffici Territoriali per la Ricostruzione (UTR) di Barisciano, Caporciano, Goriano Sicoli, Rocca di Mezzo, Castel del Monte e Barete.

Nella stessa giornata di domani si terrà un presidio, dalle ore 11 alle ore 14, dinanzi la Prefettura dell’Aquila, con richiesta di essere ricevuti dal Prefetto per spiegare le motivazioni che hanno portato alla proclamazione dello sciopero e le proposte dei sindacati utili alla risoluzione della vertenza. E’ più di un anno che chiediamo invano alle istituzioni la risoluzione delle anomalie contrattuali che rendono la posizione di questi lavoratori precaria, pur essendo assunti mediante il superamento di un concorso pubblico a tempo indeterminato.

E’ noto ormai che art. 67 ter, comma 5, del DL 83/2012 convertito nella legge 134/2012 (legge Barca) che prevede che dal 2021 il "personale eventualmente in soprannumero sarà assorbito secondo le ordinarie procedure vigenti", ha introdotto una irragionevole disparità di trattamento in ordine all’inquadramento giuridico per i vincitori del concorso RIPAM assunti dai Comuni del Cratere e dal Comune dell’Aquila, rispetto a tutti i lavoratori pubblici sul territorio nazionale. In tale modo si è individuata una nuova tipologia di pubblico dipendente: un dipendente di ruolo sottoposto alla condizione risolutiva del rapporto di lavoro, condizione fissata ex ante, costituita dall’avverarsi nel 2021 di una situazione di soprannumero nella dotazione organica dell’ente.

La soluzione introdotta con Legge di Stabilità 2018, che riguarda nello specifico la proroga del succitato termine al 2023 (data presunta di fine ricostruzione) rappresenta semplicemente un rinvio del problema, privando i lavoratori di un futuro certo e di tranquillità lavorativa, la stessa tranquillità e certezza che chiedono i cittadini per il buon andamento della ricostruzione. A tale inaccettabile condizione di rischio occupazionale si aggiunge che dal 1° luglio 2018 gli Uffici Territoriali per la ricostruzione, a seguito di provvedimento normativo, sono soppressi. Tutto ciò sta generando una grave confusione organizzativa, tale che la FP CGIL ha diffidato le Amministrazioni Comunali di competenza a provvedere alla gestione ordinaria del personale avendo riscontrato un serio rischio di compressione dei diritti individuali e collettivi dei lavoratori.



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