Sciopero nel ponte di Pasqua contro le aperture festive delle attività commerciali

Intanto Confesercenti lancia l'allarme: a rischio 190mila posti

26 Marzo 2013   16:38  

Le segreterie regionali abruzzesi di FILCAMS CGIL, FISASCAT CISL, UILTuCS UIL hanno proclamato lo sciopero per l'intera giornata per le prossime festivita' del 31 Marzo (Pasqua), 1 Aprile (Lunedi dell'Angelo), 25 Aprile (Festa della Liberazione), Primo Maggio (Festa dei lavoratori) in tutte le aziende del Commercio esercenti attivita' sul territorio abruzzese che decideranno di stare aperte in dette festivita'.

Secondo i sindacati di categoria "la liberalizzazione delle aperture e degli orari commerciali non ha prodotto alcun risultato utile, maggiormente in considerazione dello stato di profonda crisi in cui versa il settore del Commercio ormai da qualche anno.

Le imprese che gia' nello scorso anno avevano deciso l'apertura nei giorni festivi non hanno registrato alcun aumento di fatturato, anzi diverse Aziende in difficolta' della Grande Distribuzione hanno avviato procedure di licenziamento collettivo, poi arginate, anche grazie all'intervento delle organizzazioni sindacali, attraverso l'utilizzo di ammortizzatori sociali conservativi, non hanno aumentato l'occupazione, anzi e' diminuita, incrementando i costi di gestione per l'apertura degli impianti e il costo del personale per retribuire le festivita' lavorate, mentre la media e piccola impresa ha registrato la chiusura e la cessazione di centinaia e centinaia di attivita' e prodotto un sensibile calo dell'occupazione, in parte contenuto utilizzando la CIG in deroga.

I sindacati ritengono sia utile affermare il principio e la necessita' di tenere chiusi i negozi commerciali nei giorni di festa, per valorizzare il valore sociale, storico e culturale, nonche' religioso di alcune feste.

CONFESERCENTI: NEL 2013 A RISCHIO 190MILA POSTI DI LAVORO

Nel 2013 sono a rischio 90.000 pmi e 190.000 posti di lavoro: serve subito una linea di credito agevolata, un fondo speciale "salva-imprese" per aiutare gli imprenditori che resistono alla catastrofe che sta investendo il mondo del commercio, dell'alloggio e della somministrazione.

E' la proposta lanciata da Confesercenti, e rivolta al Governo, alle associazioni, ai confidi, al sistema bancario, per salvare il salvabile ed aiutare a fermare l'emorragia di imprese di questi settori.

Il 2013, come oggi sottolinea il DEF, spiega Confesercenti, "sara' ancora un anno di grave difficolta' per l'economia in generale, caratterizzato da disoccupazione e fisco record e una contrazione della spesa delle famiglie che per il Def e' dell'1,7% e che secondo le nostre stime portera' a 'perdere' 15,6 miliardi di euro di consumi".

Una prospettiva che "potrebbe essere esiziale soprattutto per il settore del commercio e dei pubblici esercizi: se i trend evidenziati nel primo bimestre 2013 dovessero continuare, alla fine dell'anno perderemmo 86.454 attivita' commerciali tra negozi, hotel, bar e ristoranti.

Con la conseguente e gravissima sparizione, secondo le nostre stime, di 192.600 posti di lavoro, di cui il 73% di imprenditori e collaboratori familiari: 141.000 persone (98mila nel commercio al dettaglio, 43mila tra alberghi e pubblici esercizi), i veri "travolti" della crisi, che non avranno la possibilita' di usufruire di nessun ammortizzatore sociale. Per dare le proporzioni della gravita' dello scenario, si tratterebbe di un numero complessivo piu' che doppio rispetto ai circa 90mila lavoratori occupati dalla Fiat in tutta Europa".

 


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