Scontri di Roma: domani l'interrogatorio dello studente arrestato a Chieti

23 Ottobre 2011   14:48  

Si terrà domani mattina presso il tribunale di Chieti l'udienza di convalida dell'arresto di Leonardo Vecchiolla, 23 anni, il ragazzo di bbenevento e studente fuori sede a Chiede, arrestato ieri dai carabinieri per gli incidenti di otto giorni fa a piazza S. Giovanni a Roma.

Sarà il Gip Paolo Di Geronimo a decidere se il giovane campano dovrà restare in carcere: Vecchiolla, identificato dopo l'analisi di foto, filmati e intercettazioni ha già scelto ieri sera di affidarsi ad un legale di Avellino.

Pesanti le ipotesi di reato formulate nei suoi confronti dalla procura di Roma: tentato omicidio, devastazione e danneggiamento.

Vecchiolla sarebbe uno dei protagonisti dell'assalto al blindato dei carabinieri. Un attacco a colpi di sassi, bombe molotov ed altri oggetti contundenti, culminato nel ferimento del conducente e nell'incendio del mezzo sul quale, poco prima, era stata apposta la scritta, con vernice spray, 'Acab' (All cops are Bastards) acronimo coniato negli anni novanta dalle tifoserie violente inglesi per sintetizzare il loro disprezzo nei confronti delle forze dell'ordine.
 
Vecchiolla al telefono: "Hai visto cosa ho combinato a Roma?"

E' stata la telefonata con un pusher di Chieti, quest'ultimo intercettato dai carabinieri, a mettere nei guai Vecchiolla. "Hai visto cosa ho combinato a Roma?", ha detto all'interlocutore. Da qui gli accertamenti ed i riscontri attraverso l'esame di filmati e foto dei disordini. Sarà ora la procura di Chieti a sollecitare la convalida della misura restrittiva e, dopo l'interrogatorio di garanzia, l'indagato sarà messo a disposizione dell'autorità giudiziaria romana.

Lo stupore del preside di psicologia e degli studenti

Lo stupore è forte, perche "di solito e da sempre, la nostra è una facoltà tranquilla". Risponde così all'Ansa Raffaele Ciafardone, preside della facoltà di psicologia di Chieti, università dove studia Leonardo Vecchiola, arrestato ieri sera per gli incidenti di Piazza S.Giovanni. Cinque mila iscritti, ma solo un quinto quelli che frequentano normalmente i corsi.
Tra questi, in quanto studente fuorisede, proprio Vecchiola: "Io non lo conosco proprio - ammette il preside - so quello che ho appreso sui giornali. Sono stupito e amareggiato - prosegue Ciafardone - perché nella nostra facoltà non c'é mai stato nessun sentore di fatti del genere. Per me questo ragazzo è come dire, un nome qualunque, che non assimilo a eventi precedenti di facoltà. Però resta l'amarezza

 

Alla reception dello studentato in cui fino a ieri soggiornava Leonardo Vecchiolla vige ancora la consegna del silenzio: l'unico addetto presente questa mattina é cordiale ma e monocorde la risposta a chi vorrebbe cogliere reazioni e registrare commenti: "abbiamo avuto disposizioni di non dire nulla".

Oggi in quello che due anni fa era il Villaggio dei Giochi del Mediterraneo e che, tra i vari palazzi, ospita le due torri dello studentato, 300 stanze in tutto e ampi spazi comuni, l'atmosfera è abbastanza sonnacchiosa, complice la giornata grigia. La mensa degli studenti universitari, che si trova accanto al campus dell'università d'annunzio a Chieti, dalla parte opposta al Villaggio. è chiusa perché è domenica. C'é una calma quasi irreale, si vedono pochissimi studenti in giro.

Nello studentato, invece, si pranza e poi si esce fuori o si torna in stanza ma gli studenti presenti non sembrano molti: escono dall'edificio alla spicciolata, i più non vogliono parlare del caso Vecchiolla: no grazie dicono. Oppure: sì lo conosco ma solo di vista. Agli studenti universitari la notizia è arrivata via internet o dalla televisione, qualcuno racconta di aver visto il servizio su un telegiornale nazionale ma non ricorda quale, altri studenti seguono la vicenda solo attraverso il web.

"Quando ho saputo che abitava qui e ho sentito quello che fa fatto ci sono rimasto male - dice uno studente. Non è certo uno che ha rubato una merendina". Due ragazze, che escono insieme dallo stabile, non ne vogliono proprio sapere. "Abitiamo qui, sì, ma non vogliamo dire niente". Così anche due ragazzi appoggiati al muro esterno e che stanno fumando una sigaretta dopo pranzo. Anche da loro la stessa risposta a chi chiede un commento: no grazie. A continuano a fumare, guardandosi un po' intorno. Si capisce da tante cose che la presenza del cronista provoca un certo fastidio. Il lungo viale che attraversa il Villaggio è deserto, pochissime le auto. Anche i negozi sono chiusi. L'impressione è che si voglia chiudere al più presto una brutta pagina. 


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