Scoperta eccezionale in Abruzzo: riemerge una necropoli dell’Età del Ferro ad Atri

02 Ottobre 2025   19:19  

Durante i lavori per il metanodotto Cellino Attanasio–Pineto, rinvenute dieci tombe databili tra l’850 e il 750 a.C., una testimonianza unica della protostoria abruzzese.

Una scoperta che getta nuova luce sulla storia antica dell’Abruzzo. In località Casoli, frazione di Atri (provincia di Teramo), gli archeologi hanno riportato alla luce una necropoli risalente alla prima Età del Ferro. Il ritrovamento è avvenuto durante le attività di sorveglianza archeologica predisposte nel cantiere del metanodotto “Cellino Attanasio–Pineto”, dove la società Gasdotti Italiani ha adottato soluzioni tecniche che hanno consentito di proseguire i lavori senza compromettere i reperti.

Gli scavi, diretti dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province dell’Aquila e di Teramo, hanno permesso di individuare dieci tombe ad inumazione, databili tra l’850 e il 750 a.C.. Alcune sepolture conservano ancora tracce dei tumuli in ciottoli fluviali, con diametri compresi tra i 7 e i 15 metri, una pratica funeraria tipica dell’Abruzzo protostorico, mai documentata prima in quest’area.

Le tombe appartenevano a uomini, donne e bambini, compresi neonati. Un elemento, questo, che dimostra come già all’epoca ogni membro della comunità, indipendentemente dall’età, ricevesse una dignità funeraria e un riconoscimento sociale. «Ogni tomba, ogni oggetto rinvenuto – ha dichiarato la soprintendente Cristina Collettini – è una traccia silenziosa di vite vissute che oggi possiamo restituire alla memoria collettiva grazie alla collaborazione tra istituzioni, archeologi e imprese».

Tra i reperti emersi si segnalano corredi funerari costituiti da ceramiche, fibule e ornamenti in bronzo, elementi che potrebbero aiutare gli studiosi a ricostruire i rapporti commerciali e culturali delle comunità abruzzesi con le popolazioni limitrofe. Gli archeologi sottolineano che simili ritrovamenti offrono dati preziosi per comprendere i riti funerari, la struttura sociale e le trasformazioni culturali di un territorio che, tra la fine dell’Età del Bronzo e l’inizio di quella del Ferro, era in piena evoluzione.

La soprintendenza ha espresso gratitudine anche al sindaco di Atri, che ha mantenuto il massimo riserbo sulla scoperta nelle prime settimane, al fine di proteggere l’area da curiosi, predatori di reperti e rischi ambientali.

Questa necropoli rappresenta una delle scoperte più significative degli ultimi anni in Italia centrale. Gli studiosi ritengono che possa trattarsi di un insediamento stabile che controllava le rotte tra l’entroterra e la costa adriatica, confermando il ruolo strategico dell’area teramana nella protostoria.

Nelle prossime settimane la Soprintendenza avvierà ulteriori indagini per delimitare l’intero complesso funerario, che potrebbe rivelare nuove tombe e materiali in grado di arricchire il quadro della cultura italica in Abruzzo.


Oroscopo del Giorno powered by oroscopoore