Scoperta shock: maxi blitz antidroga svela rete internazionale anche in Abruzzo

24 Settembre 2025   18:38  

Dall’alba una vasta operazione dei Carabinieri coordina 12 misure cautelari e 20 perquisizioni contro un presunto cartello internazionale attivo in cinque regioni italiane.

La direzione distrettuale antimafia di Firenze, su richiesta della Procura, ha attivato un’operazione congiunta tra le forze dell’ordine per smantellare una presunta rete transnazionale di narcotrafficanti, con ramificazioni tra Toscana, Campania, Lombardia, Abruzzo e Sicilia. Già da questa mattina sono in corso dodici misure cautelari personali e venti perquisizioni domiciliari e locali, eseguite da oltre cento carabinieri.

Secondo i documenti ufficiali, le accuse vertono sull’associazione finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti. L’inchiesta — ribattezzata “Fingerprints” — è il risultato di un’indagine condotta tra il 2020 e il 2023, e ha già permesso quattro arresti in flagranza. Complessivamente sono 32 gli indagati iniziali.

Dieci delle dodici ordinanze sono state eseguite oggi in altrettante province, tra le quali Firenze. In uno dei casi, un soggetto è stato arrestato in Albania grazie a un mandato internazionale. Le analisi investigative indicano che durante i mesi delle indagini siano stati sequestrati circa 2 chilogrammi di cocaina, 22 di marijuana e poco meno di mezzo chilo di hashish.

L’organizzazione risulta articolata in tre distinte componenti:

  1. Un gruppo composto esclusivamente da cittadini albanesi, incaricato di importare cocaina dall’Olanda per la distribuzione all’ingrosso in Italia;

  2. Un secondo ramo, con base in Toscana, che avrebbe inoltrato droga da Firenze verso la Svizzera (in particolare nel cantone di Zurigo), distribuendo cocaina, hashish e marijuana nelle province locali e oltreconfine;

  3. Una terza costola — anch’essa con membri albanesi, tra cui una donna responsabile dell’importazione di rilevanti quantitativi di hashish dalla Svizzera — destinata allo spaccio al dettaglio sul territorio italiano.

Per l’esecuzione dell’operazione sono stati mobilitati militari dei comandi provinciali di Firenze e di altre nove province, coadiuvati dal nucleo cinofili di Firenze. Le attività comprendono l’esecuzione delle misure detentive e delle perquisizioni nei confronti degli indagati.

Alcuni media locali riferiscono che otto indagati sono stati portati in carcere, mentre i restanti due sarebbero stati sottoposti a misure alternative come arresti domiciliari o obbligo di presentazione periodica. Fonti investigative parlano anche dell’uso di corrieri, doppi fondi nei veicoli e sofisticati sistemi di occultamento, nel tentativo di evitare i controlli. 


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