Scuola, Maestri di strada a Bianchi, basta dad, serve presenza

10 Marzo 2021   09:19  

"Caro Ministro Patrizio Bianchi, non possiamo andare avanti così.
    La scuola non può subire passivamente le ordinanze di qualsiasi autorità tecnica o politica decida di chiuderla.

Non è solo un servizio essenziale, è molto di più, è la fonte del pensiero delle giovani generazioni. La scuola a distanza è una scuola che si è ritirata dai corpi e non può essere testimone di verità".

Inizia con queste parole la lettera aperta che Cesare Moreno e i maestri di strada hanno indirizzato al ministro dell'Istruzione.

    "I nostri giovani e le loro famiglie - si legge in un passaggio - non possono essere bombardati a tutte le ore del giorno e della notte da messaggi di terrore, da devastanti oscillazioni di tecnici e politici, senza avere un luogo in cui confrontarsi, esprimere dubbi e paure, trovare consolazione non nelle certezze scientifiche ma nella fragilità dell'altro, nel sentire la condivisione di ciò che sentono nel più profondo". E ancora, per i maestri di strada "abbiamo un gigantesco compito di realtà a cui l'istituzione scuola si è sottratta e continua a sottrarsi dietro il paravento di ordinanze tecnico-scientifico-politiche. Abbiamo il compito di realtà di fornire consolazione e sostegno a milioni di giovani che stanno vivendo nell'incertezza e nella paura quando noi stessi viviamo quella incertezza e quella paura, quando le loro famiglie stanno vivendo incertezza e paura, quando le maggiori autorità mondiali danno palesi segni di squilibrio".

Secondo il presidente dell'Associazione Maestri di Strada, Moreno, "la misura più seria sarebbe stabilire che segue a distanza solo chi ne fa esplicita richiesta, solo chi per mille motivi si sente particolarmente esposto se viene a scuola, a tutti gli altri occorre fornire rassicurazioni concrete e curare la comunicazione in un modo efficace e responsabile"


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