Sentenza Grandi Rischi, la condanna secondo i giornali internazionali

23 Ottobre 2012   18:46  

La piccola aula C del Tribunale dell’Aquila ieri era gremita di giornalisti arrivati da tutte le parti del mondo. 

E’ interessante scoprire, il giorno dopo la sentenza ai sette esperti della Commissione Grandi Rischi che si riunì a L'Aquila il 31 marzo 2009, come gli stranieri hanno letto questa sentenza.

In Italia in tanti si sono affrettati a giudicare la sentenza senza conoscerne le motivazioni che saranno depositate solo tra 90 giorni.
I quotidiani nazionali in molti casi sembrano aver travisato il senso stesso del processo, che non ha mai inteso processare la scienza, né ha mai messo in campo le capacità predittive della stessa, ma ha invece posto attenzione sulle azioni dei sette esperti chiamati a L’Aquila dall’allora capo della Protezione Civile Guido Bertolaso, e la pubblica accusa ha evidenziato nelle loro azioni superficialità e leggerezza.

I Pm avevano chiesto quattro anni e la sentenza emessa dal giudice Marco Billi ieri alle 17 è stata pesantissima, sei anni di reclusione per omicidio colposo per tutti e sette gli imputati.

Come è state letta questa sentenza fuori dall’Italia?

Il New York Times titola “Italy Orders Jail Terms for 7 Who Didn’t Warn of Deadly Earthquake” ovvero “L’Italia infligge la galera ai sette che non avvertirono del terremoto mortale”
E nel pezzo si specifica con più accuratezza: “Sette eminenti esperti italiani di terremoto lunedì son stati condannati per omicidio colposo a sei anni di carcere per aver fallito nel dare i giusti avvertimenti ai residente dell’area sismica nei mesi precedenti un terremoto che ha ucciso più di 300 persone”

Nel pezzo, di Elisabetta Povoledo ed Henry Fountain si riportano alcuni parri scientifici tra cui quello d Thomas H. Jordan, professore presso l’Università of Southern California, che condusse una commissione che dopo il disastro in Italia avvisò il governo italiano su come comunicato il rischio di terremoto al pubblico. Jordan descrive il verdetto come incredibile “dal momento che hanno condannato gli scienziati essenzialmente per aver fatto sostanzialmente il loro lavoro in un momento d crisi. Temo che questo insegni agli scienziati a tenere chiuse le loro bocche”

Al Jazeera titola “Putting science on trial. As experts are jailed over the L’Aquila earthquake, we ask if people can be held responsible for natural disaster” ovvero “Processare la scienza. Dopo la condanna per il terremoto dell’Aquila, noi ci chiediamo se le persone possono essere ritenute responsabili per un disastro naturale”
Nell’ articolo, dotato anche di un reportage di 25 minuti, nella città dell’Aquila, viene spiegato che la condanna nasce “per aver sottostimato il rischio di un terremoto che uccise più di 300 persone in Italia nel 2009” e, specificando che lo speciale è stato registrato per intero prima che fosse emessa la sentenza di condanna, vengono intervistati esperti su come e se sia possibile processare la scienza.
Ed è un esperto di leggi sui disastri, Kristian Cedervall Lauta a spiegare: “C’è un crescente bisogno di strumenti legali per discutere di giustizia in connessione con I disastri. Credo che questo caso serva come esempio perfetto di questa esigenza”

El Pais titola “Siete condenados por despreciar el riesgo de terremoto en L’Aquila” ovvero, liberamente: “Sette condannati per aver non aver considerato il rischio di terremoto a L’Aquila”
Nel pezzo di El Pais, Pablo Ordaz racconta la giornata della sentenza, spiega che secondo il giudice Marco Billi
“le informazioni che gli esperti somministrarono agli abitanti furono inesatte, incomplete e contraddittorie. Poi però si chiede “ I condannati sono coloro che parteciparono ad una riunione nella quale, secondo l’accusa, si fece una valutazione del pericolo ‘generica e inefficace’ però ciò vale fino al punto di condannarli a sei anni di prigione – due di più di quelli chiesti dall’accusa –per un delitto di omicidio plurimo?”

El mundo titola “Seis años de cárcel por no haber previsto el mortal terremoto de L'Aquila” ovvero “Sei anni di carcere per non aver previsto il mortale terremoto dell’Aquila” una cronaca pulita dei fatti del giorno della sentenza e delle accuse a cura della corrispondente Irene Hdez. Velasco che scrive “la condanna è per aver offerto informazioni false sulla possibilità che a L’Aquila si sarebbe potuto avere un forte terremoto, causando in questo modo morti che si sarebbero potute evitare.”
Poi sempre la Velasco firma il pezzo “Estupor entre los científicos por la condena a siete expertos por L'Aquila” ovvero “Stupore tra li scienziati per la condanna a sette esperti per L’Aquila”
Vengono riportati pareri scientifici come quello di Thomas Jordan, direttore del Centro di Terremoti della California del Sud. E’ assurdo condannare gli scienziati per il terremoto dell’Aquila, è chiaro che l’attività sismica dei giorni precedenti provocarono aumento delle probabilità di un evento maggiore. Ma se mi avessero chiesto di prevedere la possibilità che avvenisse un terremoto più forte, anche io avrei scommesso contro». «Stiamo parlando di incrementi delle probabilità intorno all’1% ».
E nel pezzo c’è anche l’opinione di Michael Halpern, dell’ Unione degli Scienziati Preoccupati che da tempo si occupa di denunciare le interferenze politiche nel mondo della scienza. Halpern

Il The guardian titola “Italian scientists convicted for 'false assurances' before earthquake” ovvero “Scienziati italiani condannati per false rassicurazioni prima del terremoto” e John Hooper spiega che “i sette sono stati accusati di aver offerto un ingiustificabile ottimistica valutazione alla popolazione locale una settimana prima del disastro.” E ricorda i fatti del 31 marzo “ un esperto in un conferenza stampa disse che la situazione era ‘normale’ e addirittura ‘favorevole’ perché l’energia potenzialmente distruttiva era stata rilasciata nelle scosse precedenti. Secondo l’accusa le vite si sarebbero potute salvare se e persone non fosse satate persuase dalla rassicurazione di rimanere nell’area”.

 

Sempre il The guardian, però, in un articolo a firma Tom Kington titolato "Italian scientist convicted over L'Aquila earthquake condemns 'medieval' court" ovvero "Scienziato italiano condannato per il terremoto aquilano deplora la corte 'medioevale'".
L'idea della corta medioeval, che sembra piacere al giornalista, è di Claudio Eva, uno dei condannati, "E' una vera e propria decisione medioevale italiana It was a very Italian and medieval decision -dice Eva, 74 anni, che ha aggiunto di aver ricevuto messaggi di supporto dai colleghi di Uk, America e Europa - il giudice era locale, il pubblico ministero era locale, il pubblico era locale. Quale giudice non sarebbe stato influenzato dall'atmosfera?"

 

di Barbara Bologna

 


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