Sfrattato dal C.A.S.E. minaccia di gettarsi dal balcone della Sge

24 Marzo 2011   20:17  

Dentro il palazzo dell'Sge, alla caserma della Guardia di Finanza, si stava svolgendo il tavolo della ricostruzione, alla presenza del sottosegretario Letta. Fuori, in contemporanea, un terremotato ha minacciato di gettarsi dal balcone spinto dalla disperazione.
L'uomo, attualmente dimorante nel progetto C.A.S.E., ha un abitazione classificata F, cioè inagibile per rischio esterno, dentro la zona rossa dell'Aquila. Essendo stato ridotto il perimetro della zona rossa, la sua casa è tornata ad essere agibile ed abitabile.

Ma l'uomo di tornare a vivere in un centro storico deserto, in una casa senza acqua, nè luce nè gas, non ne vuole sapere.
La Sge si è mostrata inflessibile, lui per loro non ha più il diritto di rimanere al progEtto C.A.S.E. e deve fare le valigie. Da qui il clamoroso gesto, e la tragedia sfiorata.

A seguire, e a tema una lettera aperta di Fabrizio Masci, ricercatore dell'INGV

Il diritto alle C.A.S.E. e la disparità di trattamento
Lettera aperta a Chiodi, Cicchetti, Cialente e Giuliani sui trattamenti Sge

Egr. Signori,

mi permetto di segnalare una gravissima lacuna della normativa che regola l'assistenza alla popolazione terremotata.

Nella vostra normativa, qui riassunta nel seguente modo:

"i proprietari delle abitazioni uscite dalla zona rossa classificate B o C, assegnatari di un appartamento del Progetto CASE ne conservano il diritto per il tempo strettamente necessario all'esecuzione dei lavori di riparazione, mentre i proprietari di abitazioni non appartenenti alla ex-zona rossa che abbiano avuto la modifica dell'esito di agibilità della loro casa (ad esempio per rimozione del rischio esterno) che ha portato al cambiamento dell'esito da F a B o C perdono il diritto al Progetto CASE"

vi si può riscontrare senza alcun dubbio una DISPARITÀ DI TRATTAMENTO, e quindi la suddetta normativa può essere considerata ANTICOSTITUZIONALE.

Tutto ciò è stato confermato da un dirigente della Protezione Civile presso SGE il quale ha tenuto a precisare di aver più volte segnalato a voi tale disparità, ma voi chiusi nella vostra sterile burocrazia non avete fatto nulla per trovare in tempi rapidi una soluzione. Cari Signori l'ammissione di un errore é segno d'intelligenza non d'incapacità, mentre è vero il contrario.

La mia abitazione da F è stata classificata B (fuori zona rossa). Ora grazie alla vostra normativa a dir poco carente, state consegnando la mia famiglia ai miei concittadini-strozzini che gestiscono il caro-affitti. Forse mi sfugge qualcosa, ma non mi sembra questo sia il modo migliore di assistere la popolazione terremotata. Cari amministratori locali, immobili rispetto al prolificare degli affitti a strozzo, vi sembra questo il modo di ricostruire L'Aquila e la comunità aquilana?

Spero che questa mia segnalazione possa esservi utile per modificare la normativa in modo che tutti siano trattati nello stesso modo, ma per la mia famiglia ormai sarà tardi perché scadranno i termini per lasciare il progetto CASE. Forse chiedo troppo, ma un modo intelligente di procedere sarebbe quello di sospendere gli "sfratti" e cercare di porre rimedio a questa disparità di trattamento.

Cordiali saluti.


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