Siccità, Confagricoltura Abruzzo chiede stato di crisi

30 Luglio 2021   10:13  

Confagricoltura Abruzzo, dopo aver effettuato un sondaggio con i propri associati, ha segnalato e richiesto lo stato di crisi a causa della perdurante siccità aggravata dalle alte temperature estive. A renderlo noto è il vicepresidente regionale di Confagricoltura, Mauro Lovato, con una nota ufficiale indirizzata al vicepresidente della Giunta Regionale e assessore all'Agricoltura Emanuele Imprudente e alla direttrice del Dipartimento Agricoltura Elena Sico.

"Gli agricoltori con terreni lungo la costa adriatica - spiega - e quelli sulle colline delle province di Chieti, Pescara e Teramo vedono già compromesse le produzioni orticole, viticole ed olivicole. Le nostre preoccupazioni, più che fondate, meritano attenzione politica regionale, nazionale ed europea. L'agricoltura nel periodo pandemico è stata l'attività che più si è sacrificata per garantire le produzioni e la sussistenza alimentare dei cittadini, ma allo stesso tempo le stesse aziende sono state quelle meno compensate da integrazioni al reddito. Il nostro grido d'allarme vuole orientare l'attenzione a prevedere la delimitazione delle aree colpite e dichiarare lo stato di calamità naturale in quanto i danni si stimano in oltre il 30%. Chiediamo, inoltre che vengano disposte quote aggiuntive di gasolio agricolo per non ricorrere all'approvvigionamento nei distributori con ulteriore aggravio di spese".

 I tecnici di Confagricoltura informano che i danni al comparto vitivinicolo sono ingenti e già si stima una perdita di circa il 50% di produzione. Le elevate temperature stanno provocando maturazioni anticipate di 15/20 giorni rispetto alla media, le uve precoci che sono le più pregiate (Chardonney, Pinot Grigio, Shiraz, Pecorino e Passerina) perdono turgidità e peso e, soprattutto, qualità. Questo clima così anomalo provocherà danni enormi alla vegetazione che si ripercuoteranno anche per la prossima campagna agraria. Gli oliveti presentano una diminuzione di produzione superiore al 50%, le olive non crescono e produrranno poco olio di scarsissima qualità. A soffrire sono anche il comparto florovivaistico e quello orticolo dove sarà difficile impiantare gli ortaggi per le produzioni invernali.


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