Sisma, parenti vittime concordano: Piano emergenza va pubblicizzato

01 Marzo 2011   21:11  

"Facciamo nostre le perplessità e i dubbi espressi dalla Fondazione 6 aprile per la vita e interveniamo solo ora poiché, ad eccezione di due persone, siamo tutti residenti in altre città e regioni e pertanto abbiamo avuto bisogno di alcuni giorni di tempo per rintracciarci tutti e definire la nostra posizione" scrivono in una nota congiunta che riportiamo integralmente il Comitato Vittime della Casa dello Studente, l'AVUS Associazione Vittime Universitarie Sisma e il Comitato Vittime Convitto Nazionale.

"Condividiamo in pieno le chiarissime parole del Presidente Vincenzo Vittorini. Il piano di Protezione Civile se c'è, non può rimanere nei cassetti delle istituzioni. Deve essere comunicato ai cittadini in modo che sappiano cosa fare, dove andare e chi chiamare. Tutti noi siamo stati colpiti a morte nella notte del 6 aprile 2009, poiché abbiamo perso ciò che avevamo di più caro: i nostri figli. La nostra vita non è più vita e l’unico senso che ancora può avere è nell’impegno civile, affinché altri non debbano subire lo stesso dolore, lo stesso oltraggio.

Per questo ci siamo riuniti in comitati, per questo partecipiamo a tutte le iniziative che affrontino il problema della sicurezza, per questo stiamo accanto a Vincenzo Vittorini e condividiamo la sua battaglia.

Un piano comunale di protezione civile oggi, alla luce della tragedia che si è consumata, è doveroso, oltre che obbligatorio. Se c’è, venga reso pubblico in tutti i dettagli e si faccia in modo che la popolazione ne sia edotta. Non basta sciorinare un elenco di aree in cui rifugiarsi, se le stesse non sono attrezzate (luce, acqua, fogne, ricoveri ecc.). Leggiamo, inoltre, che detto piano sarebbe così perfetto da  poter essere esportato in tutto il Paese. Peccato che nessuno a L’Aquila, quella notte, ne fosse al corrente.

Chiediamo formalmente che il sindaco indica una assemblea pubblica, aperta a tutta la cittadinanza per presentare il piano nel suo complesso e nella sua concretezza.  Se ciò non dovesse accadere dovremmo ritenere di essere stati traditi e abbandonati ancora una volta dalle istituzioni e ci assoceremo alla richiesta di dimissioni, nei confronti dell’assessore Riga, già avanzata dalla Fondazione 6 aprile per la vita, considerando anche l’ipotesi di un esposto-denuncia a Comune, Provincia e Regione perché la magistratura valuti  se ci siano state lacune o omissioni  riguardo al Piano di Protezione Civile prima del terremoto".


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