Sono 12 i consiglieri che vogliono sfiduciare Pagano, anche Palomba dell'Ufficio di Presidenza

Palomba ora dovrà dimettersi?

14 Luglio 2011   12:10  

Camillo D'Alessandro, Cesare D'Alessandro, Gino Milano, Lucrezio Paolini, Camillo Sulpizio, Paolo Palomba, Franco Caramanico, Antonio Saia, Maurizio Acerbo, Claudio Ruffini, Giuseppe Di Luca, Giuseppe Di Pancrazio e Carlo Costantini hanno firmato la sfiducia al Presidente del Consiglio Regionale dell'Abruzzo Nazario Pagano.

In pratica tutta l'opposizione ad esclusione di Giovanni D'Amico del PD e vice Presidente del Consiglio e Antonio Menna UDC.

Sulle questioni formali ci soffermiamo poco, la presentazione di un emendamento che le opposizioni dicono fuori tempo massimo, il Presidente che accetta comunque la discussione, il clima di fiducia che viene a mancare perchè, e questo lo dice la minoranza, il Presidente fa due pesi e due misure.

Questa non è la prima volta che si tenta di sfiduciare un Presidente, successe anche nella passata legislatura a Marino Roselli e fu proprio Nazario Pagano capofila di quell'iniziativa.

Quello che più di tutto meraviglia è che anche un componente dell'U.P. (Ufficio di Presidenza), cioè l'ufficio che racchiude il Presidente, i due vice (maggioranza e opposizione) e i due consiglieri segretario (sempre maggioranza e opposizione) abbia votato la sfiducia.

Il consigliere Paolo Palomba dell'Idv subentrato da pochissimo al posto del dimissionario Terra (ex UDC oggi nel gruppo misto) ha sottoscritto l'atto di sfiducia, un "sacrificio" dovuto per raggiungere i 12 consiglieri necessari (cioè un quarto del Consiglio) per rendere valido l'atto, sacrificio che non ha dovuto fare Giovanni D'Amico (PD) vice presidente della minoranza che invece non  ha firmato.

Pare ci sia stata una richiesta dello stesso D'Amico, appoggio esterno, ma rispetto per l'ufficio del quale fa parte.

Ora ci si aspettano le dimissioni del consigliere segretario Paolo Palomba che dopo aver firmato l'atto di sfiducia (che sicuramente non passerà) ha comunque espresso un parere fortemente negativo sull'operato del Presidente e del suo ufficio del quale fa parte.

Dimissioni che, però, vengono già smentite dal'interessato che comunque vada la discussione sulla sfiducia resterà al suo posto nell'Ufficio di Presidente essendo il suo parere negativo sul comportamento del Presidente e non sull'istituto.

Un passo indietro che spianerebbe la strada ad Antonio Menna dell'UDC.

Vedremo già martedì prossimo come andrà a finire, infatti il consiglio avrà come primo punto all'ordine del giorno la sfiducia al suo Presidente.

Luca Di Giacomantonio


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