Speleologi italiani scoprono una misteriosa grotta piena di teschi ed ossa umane in Macedonia

22 Settembre 2016   10:08  

Il sito è tornato alla luce grazie ad una spedizione tutta italiana alla quale ha preso parte anche l’abruzzese Alberto di Fabio dello Speleo Club Chieti. Le autorità macedoni si sono attivate per la protezione del luogo.

Quella che doveva essere una pre-spedizione che aveva l’obiettivo di effettuare verifiche carsiche di superficie, ed allacciare rapporti con Gruppi Speleo e le autorità locali per future esplorazioni, ha avuto risvolti inimmaginabili. Otto speleologi italiani si sono resi protagonisti di un importante ritrovamento in Macedonia; si addentrano in una cavità naturale che custodisce una cinquantina di crani e numerose ossa umane.

Tra gli speleologi che hanno partecipato alla spedizione organizzata dal Centro di Speleologia Montelago, capitanato da Daniele Ferranti, anche l’abruzzese Alberto di Fabio, socio dello Speleo Club Chieti, Aquilano di adozione ma di origini lancianesi.

Il gruppo parte il 16 Agosto fiducioso del fatto che tutte le indagini condotte a tavolino, e lo studio delle immagini satellitari, evidenziavano un territorio molto interessante che presentava evidenti segni di carsismo superficiale; l’attenzione del gruppo si focalizza sugli altopiani del Parco Nazionale di Mavrovo, situato nella parte ovest della Nazione a confine con l’Albania, dove non risultavano notizie di cavità rilevanti.
I risultati non tardano ad arrivare; già dalle primissime esplorazioni emergono numerose cavità naturali, alcune delle quali molto importanti da un punto di vista speleologico.

La presenza degli speleologi ha suscitato grande curiosità ed entusiasmo da parte delle autorità locali e di alcuni esponenti del governo con i quali si sono susseguiti numerosi incontri per pianificare alcune attività congiunte. Tra queste la possibilità di esplorare un luogo che da sempre è circondato da un alone di mistero.

Come spesso accade le leggende legate alle grotte sono molto fantasiose ed il più delle volte prive di ogni fondamento ma questa volta gli speleologi, una volta entrati, stentano a credere a quanto si presenta ai loro occhi: dislocati lungo una condotta naturale lunga circa 50 metri, trovano un numero indescrivibile di ossa umane e contano una cinquantina crani, alcuni dei quali appoggiati sulla roccia, altri giacenti sul terreno, altri ancora parzialmente ricoperti dal fango.

La disposizione di alcuni di essi, e la presenza di alcune piccole tracce di cera sulla roccia, lasciano intendere che qualcuno fosse già entrato nella grotta, con ogni probabilità cercatori d’oro.

 

 


Galleria Immagini

FOTO ANDREA GIANANGELI
FOTO ANDREA GIANANGELI
FOTO ANDREA GIANANGELI
Oroscopo del Giorno powered by oroscopoore