SpiCgil,FnpCisl,UilpUil: "Un terzo degli abruzzesi (gli anziani) dimenticati dalla politica"

21 Maggio 2014   14:55  

 

 

La classe politica abruzzese (e i governi regionali che si sono succeduti negli anni) nelle proposte per il nuovo assetto politico avanzate in occasione della campagna elettorale hanno dimenticato tutti l'equità sociale, le politiche sanitarie e le politiche a tutela del reddito dei pensionati.
In Abruzzo quando parliamo di popolazione anziana dobbiamo riferirci agli ultrasessantenni, circa 361.000, il 27% della popolazione, dei quali circa 297.000 ultrasettantacinquenni. Se parliamo di pensionati ci riferiamo, tra pubblico e privato, ad oltre 400.000 pensioni, e tuttavia la maggior parte dei trattamenti pensionistici, stando ai dati Inps, sono in media di circa 650 euro lordi, un importo molto al di sotto della media italiana.
Ciononostante il monte pensioni percepite in Abruzzo arriva a 5 miliardi di euro, contribuendo all'economia della regione. In questo momento di crisi economica inoltre gli anziani attraversano una particolare fragilità, sia sul reddito, con una perdita del potere d'acquisto del 30% negli ultimi 15 anni, sia per la necessità di ricorrere più spesso alle cure mediche a causa dell'età, con i relativi costi. Nonostante questo essi costituiscono una risorsa per le famiglie, con il lavoro volontario per la crescita dei nipoti e nelle tante forme di aiuto per i figli. Per le famiglie abruzzesi sono un valore aggiunto e un salvagente a cui ricorrere nei casi di difficoltà economica, cassa integrazione e disoccupazione. Gli anziani quindi sono diventati veri e propri ammortizzatori sociali.

A fronte di tutto ciò ci sembra che si dimentichi il "valore" e la "risorsa" che essi rappresento, ed anche nella campagna elettorale questo tema è stato marginalizzato. Da parte loro i candidati governatori alla Regione si sono spesi poco sui problemi degli anziani, e soprattutto la politica poco ha parlato del settore sociale, dei tagli che si sono avuti e su come, proprio in tempi di crisi, le risposte non sono state date e gli impegni non sono stati presi. Per questo le tre segreterie regionali ricordano agli aspiranti governatori i temi principali che si dovranno affrontare, una volta passato il 25 maggio, una volta eletta la nuova rappresentanza politica e la nuova giunta regionale. In particolare si chiede che le risorse sul sociale siano almeno in ragione del 2% del bilancio regionale, si proceda alla definizione di un unico piano socio sanitario regionale, siano riorganizzati i servizi sanitari in modo da abbattere le liste di attesa e ridurre il fenomeno crescente della mobilità passiva, si attui l'integrazione socio sanitaria e ci sia coincidenza tre ambiti sociali e distretti sanitari, si proceda allo spostamento delle risorse sanitarie verso la prevenzione e la medicina territoriale, si effettui in tempi urgenti la riforma istituzionale attraverso la formazione di associazioni dei Comuni, in particolare per quanto riguarda le ex Comunità Montane, che gestivano risorse e servizi per il sociale, si realizzi una legge regionale sulla Non Autosufficienza con l'attivazione di un "fondo" con risorse regionali, si valuti quanto in termini di tasse e tariffe possa essere di alleggerimento per il reddito dei pensionati (soprattutto quelli che vivono da soli, tra cui molte donne), si mettano in campo azioni mirate al miglioramento della politica abitativa. Solo così si potrà dare una risposta, anche se parziale, alla sofferenza e al disagio di tante persone che hanno lavorato una vita e che ora non vedono il giusto riconoscimento per i loro sacrifici. Le tre organizzazioni sindacali infine si attiveranno presso i propri iscritti, complessivamente più di 150.000, per promuovere iniziative e manifestazioni che portino queste idee e queste rivendicazioni, insieme a proposte concrete per migliorare la vita e il futuro della popolazione anziana.


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