Stagione teatrale Atam, Tognazzi in tour con "Die Panne"

16 Febbraio 2011   10:55  

Appuntamento della stagione teatrale dell'Atam con "Die panne" di Friedrich Durrenmatt, con Gianmarco Tognazzi e Bruno Armando, adattamento di Edoardo Erba e per la regia di Armando Pugliese, il 18 e 19 febbraio alle 21 al Marrucino di Chieti, il 22 alle 21 al Fenaroli di Lanciano, il 23 febbraio all'Odeon di Roseto, il 25 febbraio al teatro dei Marsi di Avezzano e il 27 alle 18 al comunale di Sulmona.

Un banale incidente, l’automobile in panne, costringe Alfredo Traps- rappresentante di tessuti- ad una sosta indesiderata. Cercando aiuto trova ospitalità a casa di un vecchio giudice in compagnia di due amici, un pubblico ministero e un avvocato in pensione che gli spiegano, con l’intento di coinvolgerlo, il loro unico passatempo: ricelebrare alcuni importanti processi storici come quello a Socrate, a Gesù e a Federico di Prussia.

Tra una bottiglia di vino e l'altra, Traps si ritrova imputato in un vero e proprio processo e, in un'atmosfera sempre più inquietante, il gioco si fa realtà: il protagonista parla, si confessa, la sua vita mediocre sembra acquistare improvvisamente risvolti inaspettati; si scopre che Traps ha effettivamente compiuto un delitto divenendo l’amante della giovane moglie del suo principale che, avvertito anonimamente dell’accaduto dallo stesso Traps, è morto a causa di un infarto.

Il delitto di Traps è il frutto di una mente assolutamente innocente e inconsapevole; la sua cattiveria è originaria e, come tale, esente da sensi di colpa a meno che qualcuno non intervenga a fargli notare che ha compiuto un delitto, a fare emergere i ricordi dalla nebbia di un passato neppure così tanto remoto, come hanno fatto i suoi commensali che lo hanno ospitato processandolo, come fanno con tutti gli ospiti che si trovano ad avere. E così raccontando le vicende della propria vita, rivelando il mistero del suo successo economico, Traps si trova di fronte alla prova della sua colpevolezza e si autoinfligge la condanna a morte che gli era stata sanzionata per gioco. Per Dürrenmatt, quindi, siamo tutti colpevoli: il racconto ne è soltanto la dimostrazione attraverso il paradosso.


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