"Stavo per Rimanerci Secco", La Lettera di Prosperococco a Biondi Contro le Barriere Architettoniche

25 Giugno 2025   16:42  

In una missiva pubblicata su Facebook, Massimo Prosperococco rivolge un appello urgente al sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, denunciando le criticità e le barriere architettoniche che ostacolano la mobilità nella città, soprattutto per le persone con disabilità, gli anziani e chi si muove con difficoltà.

Prosperococco contesta la gestione delle opere di ricostruzione post-terremoto, evidenziando come, nonostante gli investimenti e i progetti approvati, L’Aquila sia tornata indietro negli standard di accessibilità, trasformandosi in un ambiente spesso pericoloso e poco inclusivo.

L’autore racconta un episodio personale emblematico che mette in luce la gravità della situazione, chiedendo al primo cittadino di “scendere dal piedistallo” e confrontarsi con la realtà concreta della città.

Questa lettera aperta si configura come un richiamo alla responsabilità politica e civile, con l’obiettivo di promuovere un cambiamento concreto nella vita quotidiana dei cittadini più fragili.

Caro Pierluigi Biondi Sindaco dell'Aquila,
ti scrivo pubblicamente perché forse, distratto da altri scenari, da visioni astratte o da narrazioni lontane dalla realtà quotidiana, non ti sei accorto di cosa sta accadendo davvero in questa città, nella tua e mia città. O, forse, lo hai visto e hai scelto di voltarti dall’altra parte.
Ogni volta che a L’Aquila si apre un cantiere per “ricostruire”, ogni volta che si posano nuove pietre o si rifà una pavimentazione, nasce una nuova barriera architettonica.
Dove prima si passava, oggi si resta bloccati. Dove c’erano difficoltà, oggi ci sono trappole. Dove c’era speranza, oggi c’è pericolo. Reale, Concreto di gravissimo incedente.
Questa città sta diventando una trappola per chiunque abbia una fragilità: per le persone con disabilità, per gli anziani, per chi spinge un passeggino o per chi, anche solo per un periodo della propria vita, si muove con difficoltà. La mobilità accessibile non è migliorata rispetto al 2009. È peggiorata. E non di poco. È tornata indietro di decenni. Siamo alla preistoria dell'accessibilità.
Speravamo che il terremoto del 2009 fosse uno spartiacque. Una ferita sì, ma anche un’occasione per ripensare la città con uno sguardo nuovo, più giusto, più umano. Ma quella speranza è stata tradita. Abbiamo ricostruito una città ostile. E lo abbiamo fatto con soldi pubblici, con progetti approvati, con responsabilità politiche precise. Le tue.
Ti porto un esempio recente, che non è solo un’offesa alla dignità. È stato un rischio serissimo per la mia incolumità fisica.
Ieri, alla rotatoria del Torrione, precisamente nel tratto che scende da Porta Castello, il marciapiede è stato rifatto. Dove prima c’era uno scivolo, seppur precario, ma almeno esistente, oggi c’è un salto. Uno scalino netto, di oltre venti centimetri. Invalicabile. Invisibile fino all’ultimo. Più in alto è stato fatto un nuovo pseudo scivolo con uno scalino di 15 cm. e senza spazi di manovra per la sedia a rotelle. E io lì, in carrozzina, sono rimasto bloccato con la carrozzina che stava per ribaltarsi. Senza via d’uscita.
È successo davvero. E non sarei qui a scriverti se in quel momento due persone non si fossero fermate a sollevarmi e a mettermi in salvo dalle auto che sfrecciavano..
Inoltre, a peggiorare la situazione, c’è la zona davanti alla Questura in cui l’attraversamento pedonale non esiste, non è proprio pensato a misura di pedone, un qualsiasi pedone: ho dovuto affrontare la carreggiata, su una curva stretta, trafficata, senza visibilità, in mezzo alle auto che correvano. Un centimetro in più, un secondo in meno, e potevo essere travolto. Non è un’iperbole.
Chi ha progettato quell’intervento? Chi l’ha approvato? Chi l’ha collaudato? Chi ne risponde?
Questo non è solo un errore tecnico. È una colpa politica e civile. È un attentato quotidiano alla sicurezza di chi vive la città in condizioni diverse. Ed è un’umiliazione continua.
Tu sei il sindaco di tutti. Anche delle persone che non vedi. Anche di quelle che non ti hanno votato. Anche di quelle che non si fanno fotografare ai tagli del nastro. Anche di chi oggi rischia la vita per attraversare una strada.
È il momento di scendere dal piedistallo, Sindaco. Basta di occuparsi dei multiversi e delle narrazioni da copertina. Vieni qui, sulla strada. Fatti un giro in carrozzina. Prova a spingere un passeggino su quei marciapiedi. Cammina accanto a un anziano con il bastone.
Ti accorgerai che non stiamo ricostruendo una città. Stiamo costruendo un pericolo. E chi governa ha il dovere di fermarlo. Subito.
Massimo

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