Stop alla mensa dei poveri: l'ira dei Celestiniani

29 Gennaio 2010   10:05  

Mercoledì scorso la commissione territorio del Comune dell'Aquila, di cui fanno parte ben 27 consiglieri, ha imposto lo stop alla realizzazione già in corso d'opera su Piazza D'Armi della nuova sede della Mensa Celestiniana, con annesso convento, chiesa e foresteria. La struttura sarà finanziata con le donazioni dei lettori del quotidiano Il Centro. Motivo della decisione: occorre poter pianificare gli interventi da realizzare su Piazza d'Armi, e ribadire che ogni collocazione in quell’area dovrà mantenere il carattere della temporaneità. Ha spiegato inoltre  l'assessore comunale Riga: ''Alla luce di ciò che è accaduto credo sia opportuno convocare un consiglio ad hoc su piazza D’Armi per poter pianificare le scelte che riguardano quest’area. Una sospensione che potrebbe durare un mese, il tempo per decidere e coordinare gli interventi''.
 Oggi sula vicenda prende posizione con una durissima nota Paolo Giorgi del Movimento celestiniano, che gestisce la Mensa dei poveri.

''Adesso basta! Perfino gente come noi, votata alla cultura del perdono, che ha subito ogni sopraffazione e angheria gratuita nella sopportazione più assoluta, non può restare muta di fronte alla insipienza amministrativa del Comune di L’Aquila.

Abbiamo protocollato la prima domanda di realizzazione della Mensa di Celestino nel mese di agosto 2009: abbiamo dovuto cambiare il posizionamento per ben cinque volte per diversi motivi, dovuti allo sbando amministrativo cui versa il Comune, non certamente per il terremoto, ma per l’incapacità di organizzazione degli uffici dove il braccio destro non sa cosa fa il braccio sinistro e dove non si conoscono neanche le proprietà del Comune. La scelta di Piazza d’Armi è stata l’ultima di questa serie di localizzazioni non andate a buon fine, di cui si è fatto carico l’intero Consiglio Comunale con un ordine del giorno, votato quasi all’unanimità, che impegnava la Giunta Comunale a concedere per tale realizzazione 5.000 mq. di superficie a Piazza d’Armi. La Giunta ne concedeva 4.000 e con questa deliberazione e con una successiva autorizzazione da parte del Sindaco, la Protezione Civile avviava l’opera, grazie al contributo volontario dei lettori del quotidiano Il Centro, delle Casse di Risparmio e della Protezione Civile.

Un risultato che noi abbiamo salutato, nonostante le grandissime difficoltà e le lungaggini poste in essere dal Comune, come una doverosa vittoria di civiltà.
Ma… quanti interessi e quali previsioni di casse e quanti contabili e burocrati intorno all’area di Piazza d’Armi! Un’area che fino al 6 aprile era considerata la discarica della “città bene” che non la degnava neanche di quella ordinaria e doverosa manutenzione del campo di Atletica che caparbiamente l’Atletica L’Aquila chiedeva di valorizzare.
A chi danno fastidio quei 4.000 mq. di terreno destinati ad un’opera di così ampio rilievo sociale, se non a coloro che sono abituati o che vogliono abituarsi a contare i fiumi di danaro provenienti dalla ricostruzione? Certamente per l’opera in parola non c’è nulla da spartire se non la condivisione del lavoro quotidiano e del servizio ai poveri.

Il Servizio, quel senso del dovere verso i cittadini che gli Amministratori del Comune hanno perduto nel tempo, camuffandolo in quello di gestione della cosa pubblica come cosa propria: il terremoto li ha resi più insensibili verso i problemi sociali ( non che lo fossero prima in  maniera eccellente! ). Oggi nella “Casa Comune” vedi un affannarsi di accaparramento di puntellamenti, incarichi e opere come in un fastidioso formicaio nel quale l’ape regina non sa che miele produrre e dalla quale si ottiene tutto e il contrario di tutto, dove in un crogiuolo di interessi più o meno chiari i funzionari la fanno da veri padroni e la politica è a loro assoggettata: è la Babele di antica memoria dove l’indecenza mescola la vergogna!

L’esigenza impellente del servizio di mensa per i poveri la conosciamo bene noi perché è a noi che si rivolgono le tantissime persone che prima del terremoto contavano sul nostro aiuto ed anche le tantissime persone che dopo il sei aprile non sanno come abbinare il pranzo con la cena. Questi non sono problematiche di secondo ordine per una città tanto provata e se un’amministrazione non riesce a comprenderne la portata è un disastro collettivo, perché chi ha fame cerca di non morirci…a tutti i costi!

In questa situazione il Sindaco si può permettere di non rispondere alle lettere accorate di richiesta di intervento per un’altra richiesta di rilocalizzazione fatta dal mese di agosto per dare a società giovanili la possibilità di riprendere subito l’attività. Anche in questo caso, è bastata l’opposizione di un impiegato qualsiasi nella conferenza di Servizio, costituita appositamente per accelerare la ripresa (sic!), a bloccare tutto, con il risultato che la società ( conosciutissima e frequentatissima a L’Aquila dai giovani, la ICARUS ) ha dovuto chiudere le attività…  Un Comune che dopo il terremoto avrebbe dovuto comportarsi come un padre di famiglia e cioè dare subito e gratuitamente alle attività produttive e alle associazioni che danno linfa vitale alla città tutti i terreni disponibili a chi di loro li richiedeva, vista anche la quantità e la vocazione pubblica degli stessi.
Invece, siccome i tecnici ( i veri padroni della città!!! )  ritengono che si debba ricorrere a evidenze pubbliche, a criteri di assegnazione, a valutazioni di congruità… nulla viene concesso! Ma per i puntellamenti e le opere come mai non si opera con le stesse procedure!
Il Sindaco si può permettere di annunciare la sua presenta al Sistina di Roma, dove la Fraterna era ospite per una serata di grandissimo risalto nazionale, per poi non presentarsi all’appuntamento senza neanche motivare né comunicare la repentina assenza. In quella occasione dobbiamo pubblicamente ringraziare la Presidente della Provincia Stefania Pezzopane che era presente e ha potuto constatare la portata dell’evento. Ma questo è il livello di attenzione sui problemi della gente! E’ altra stoffa e altra storia.

La sviscerata e sibillina voglia di anticlericalismo, la negazione delle più elementari regole di convivenza civile, l’autolesionismo cittadino asservito ai propri e privati meschini interessi, hanno radici lontane in questa città ( Perdonanze deturpate dagli scandali, metropolitane mai giunte al capolinea, opere grandiose pensate, pagate e non realizzate ecc.). Negatività possenti che uniscono in corda doppia i poteri forti, trasversali.

Ma noi siamo abituati alla Croce, siamo con la gente e abbiamo le spalle grosse. Ma soprattutto le coscienze limpide!

La Protezione Civile, che ha subito accolto il progetto già dalla prima formulazione, a detta di Bertolaso, ritiene l’intervento proposto come “ … il più bello e il più significativo di tutti gli interventi della Protezione Civile “  Su internet è possibile vedere in tempo reale l’andamento dei lavori: tutto il mondo lo sa.
Ma tutto il mondo dovrà sapere che a L’Aquila ci sono amministratori che meriterebbero di essere cacciati a malo modo dalla gestione della cosa pubblica, e bisognerà farlo in fretta!

La grande preoccupazione è che la Protezione Civile, che ha saputo pazientare con costoro fino al limite della sopportazione, e che ha saputo realizzare grandissime e diffuse opere per il bene dei cittadini, in questi giorni sta consegnando le competenze agli Enti Locali: se questi sono gli atti amministrativi di inizio mandato siamo freschi ad aspettare la ricostruzione!

Noi vogliamo anticipare la nostra più ferma determinazione affinchè neanche un giorno sia distolto dalla realizzazione dell’opera con atti di sospensione inopportuni e privi di ogni fondamento: i Consiglieri che prima hanno approvato l’ordine del giorno in Consiglio Comunale sappiano che in caso di nuovo voto contrario provocano un danno enorme non solo alla ditta che sta già realizzando la struttura, ma anche alle nostre opere e ai tanti bisognosi che aspettano la fine dei lavori: su questo chiederemo loro di risponderne personalmente sia in campo penale sia in quello patrimoniale. Non vuole essere ovviamente una minaccia ( ce ne guardiamo bene, noi, rispettosi da sempre delle Istituzioni!) ma è nella ovvietà delle cose, nell’obbligo morale di difesa delle istanze di chi non ha voce, dei poveri, dei bisognosi che dopo il terremoto sono purtroppo triplicati.
A costoro rivolgiamo la famosa esortazione che Pietro da Morrone mosse in momenti molto travagliati: “ Tornate a Cristo! Affinchè le vostre coscienze non abbiano ad ammantarsi di vergogna!”

Proporremo alle forze sane della città, al mondo cattolico soprattutto, di prendere le distanze da posizioni contrarie ai veri interessi della gente, di scendere in campo e rivendicare ruolo e partecipazione in politica, insomma, di ricostruire anzitutto il tessuto sociale, cominciando dalla gestione della cosa pubblica in maniera trasparente, con l’umile senso comune del servizio di chi ama veramente questa città, perché memore delle antichissime e gloriose radici di Federico II, Celestino V, S. Massimo,  S. Bernardino, i veri costruttori dell’identità cittadina.''

Paolo Giorgi   

 

L'Aquila -  La generosità dei lettori del Centro ha consentito di raccogliere, dal sei aprile ad oggi 1 milione e ottocentomila euro che il quotidiano abruzzese di concerto con la Protezione civile ha deciso di utilizzare per la ricostruzione della mensa di Celestino, storico luogo di accoglienza che nel centro storico dell'Aquila ogni giorno offriva un pasto caldo ai più bisognosi. L'impulso di generosità ...

26/01/2010


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