Stupro di Pizzoli: la ricostruzione dei fatti che ha portato all'arresto del militare

23 Febbraio 2012   17:58  

Giunge a conclusione l’indagine legata allo stupro avvenuto in Pizzoli, ai danni di una giovane studentessa. Un episodio che per  la natura e la gravità delle lesioni riportate dalla vittima ha colpito certamente l’ opinione pubblica ma anche specialisti del settore e medici intervenuti.
Le immediate attività di indagine poste in essere dai carabinieri del Comando Provinciale di L’Aquila hanno permesso di acquisire fonti di prova e testimonianze. Un lavoro reso non facile dalla impossibilità di ricevere utili informazioni da parte della vittima che, a causa del trauma subito, non è stata in grado di riferire elementi sui quali poggiare l’attività investigativa iniziale.
Le indagini sono state avviate immediatamente, anche in assenza di querela, formalizzata e proposta nei giorni successivi alla vicenda. Una minuziosa opera di repertamento effettuata durante diversi sopralluoghi, una celere verifica dei campioni biologici, grazie alla professionalità ed alla disponibilità del personale del Reparto Investigazioni Scientifiche di Roma, che hanno lavorato, data la delicatezza della vicenda, anche oltre l’orario di lavoro,  e le testimonianze, tante, raccolte ed ordinate per ricostruire una vicenda dai contorni assolutamente drammatici, ha consentito ai militari dell’Arma di presentare al pubblico ministero dott. David Mancini un quadro organico ed una ricostruzione storica ben articolata e dettagliatamente descritta, secondo la quale a compiere la violenza sarebbe un’unica persona, favorita dalle particolari condizioni di luogo e di tempo e dalla impossibilità della vittima di reagire. 
Proprio questi elementi hanno indotto l’Autorità giudiziaria ad ipotizzare oltre all’accusa di violenza sessuale aggravata, il più grave reato di tentato omicidio, derivante dal rischio cui la vittima, abbandonata in una pozza di sangue ed a temperature rigidissime sarebbe stata deliberatamente esposta. 
Alle medesime conclusioni, concordando con le ipotesi investigative formulate dai carabinieri e condivise dall’autorità giudiziaria inquirente, è giunto il giudice per le indagini preliminari Dott. Giuseppe Romano Gargarella ha emesso l’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di T.F. ventunenne di Avellino.
Nella mattinata odierna i carabinieri del Comando Provinciale di L’Aquila hanno dato esecuzione al provvedimento restrittivo. Per il presunto autore dello stupro si sono spalancate le porte del Carcere, dove il giovane è stato accompagnato, messo a disposizione dell’Autorità Giudiziaria alla quale dovrà rispondere per i reati dei quali è stato accusato. Mai iscritti nel registro degli indagati, escono definitivamente di scena i due amici e la ragazza, con i quali l’accusato aveva trascorso la serata in discoteca,  per i quali è stata accertata l’assoluta estraneità ai fatti.  In base a quanto accertato dai militari dell’Arma è stato possibile ricostruire con precisione l’alberatura cronologica dei fatti.
Intorno alle 00.20 la vittima ed una amica si recano in discoteca. Dopo alcuni minuti trascorsi all’ingresso le due  ragazze entrano nella sala da ballo e si siedono a chiacchierare con alcuni conoscenti e consumando da bere; consumano da bere e poi si recano a ballare. Poco dopo, nella stessa sala entra il sospettato in compagnia degli amici. 
Due di questi si allontaneranno in macchina di li a poco per ritornare al locale solo a serata terminata. I due amici si mettono a ballare proprio vicino alle due amiche. La presenza di tutti  delle ragazze è documentata da una serie di immagini scattate dal fotografo che fa servizio nel corso delle serate. Verso le 02.20 circa la vittima e l’amica decidono di fare un giro per la discoteca. 
Proprio in questa circostanza una delle due perde il cellulare, ne scaturisce una ricerca affannosa (anche questa documentata dalle telefonate fatte da un’amica sull’utenza del telefono smarrito dell’amica nel tentativo di sentirlo suonare)  che coinvolge anche parte del personale di servizio che ricorda e descrive bene le due ragazze delle quali, taluno, evidenzia una forse eccessiva euforia. 
Poco dopo le 03.00 una delle due ragazze, spazientita dalla perdita dell’apparecchio decide di andare via per prendere l’autobus. 
L’altra resta sola e si reca a ballare. Proprio in questo momento è documentato da più persone l’incontro con il sospettato. I testimoni raccontano di parole scambiate tra i due, forse qualche tenerezza, e poi dell’allontanamento dei due dal locale e della ragazza che addirittura appare camminare a fatica. L’amico resterà, solo, in discoteca per tutto il tempo.
Circa dieci minuti dopo il sospettato è nuovamente in discoteca, ma questa volta è sporco di sangue e non c’è più alcuna traccia della ragazza che, sarà soccorsa fuori dal proprietario del locale e soccorsa dagli uomini della sicurezza, priva di conoscenza in una pozza di sangue e con un quadro clinico che consiglia al personale del pronto soccorso l’immediato accompagnamento in ospedale, ove sarà sottoposta ad intervento chirurgico urgente. 
Proprio l’aver visto i ragazzi insieme induce gli addetti alla sicurezza  a trattenere il sospettato sino all’arrivo dei Carabinieri, chiedendo chiarimenti sull’accaduto ad un interlocutore che si è trincerato di volta in volta dietro risposte di comodo.   
Adesso sarà all’autorità giudiziaria che il sospettato dovrà chiarire l’accaduto.


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