Su abruzzo24ore.tv la magia devota delle processioni del venerdi santo

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22 Aprile 2011   10:50  

Le processioni del venerdi santo sono in Abruzzo una tradizione molto viva, a metà strada tra liturgia e la cultura e tradizione popolare. Certe espressioni della religiosità rivelano, anche nelle celebrazioni, un labile confine tra fede e magia, ed e questo il loro fascino anche per i non credenti.

Abruzzo24ore.tv in collegamento con l'emittente Rete8 proporrà in diretta streaming questa sera a partire dalle 21, i resoconti delle processioni del Venerdi santo dell'Aquila, di Lanciano, di Teramo, di Sulmona e di Chieti.

LA PROCESSIONE DEL  VENERDI SANTO DI CHIETI

La processione uscirà da piazza San Giustino poco dopo le 19. In rapida successione attraverserà via Pollione, piazza Valignani, via De Lollis, piazza Matteotti, via Arniense, via dei Crociferi, via Vicoli, via Galiani, via degli Agostiniani, via Toppi, corso Marrucino, via dei Domenicani, largo Barbella, via Vezio Marcello, piazza Templi Romani, via Ravizza, via Zecca, piazza Trento e Trieste, corso Marrucino per poi tornare a piazza San Giustino passando per via Pollione.

Oltre al Cristo morto e all'Addolorata sfileranno: l'Angelo alato con un calice tra le mani per raccogliere il sangue di Gesù agonizzante; le lance dei soldati romani; la colonna alla quale fu legata Gesù; il Volto Santo; il sasso su cui sono
collocati i dadi, la tunica, lo scettro e la corona di spine; la scala e la croce.

La processione del Venerdì santo (o del Cristo morto) a Chieti è forse la processione più antica d'Italia.[1] La sua origine, infatti, risale all' 842 d.C., anno in cui si concluse ufficialmente la ricostruzione della prima Cattedrale (attualmente la vecchia Cattedrale costituisce la cripta della nuova), che era stata distrutta nell'801 da re Pipino. Con la ricostruzione della Cattedrale nacque la Processione del Venerdì santo. La sua conformazione attuale risale però solo al XVI secolo, quando nacque la Confraternita che ancora oggi ne cura l'allestimento e la preparazione, ovvero L'Arciconfraternita del Sacro Monte dei Morti.

Seppur l'attuale conformazione risalga al '500, fu solo agli inizi del '600 che cominciarono a prendervi parte tutte le confraternite teatine; al tempo la Processione non aveva tutti i simulacri che ha oggi, ma solo uno stendaro nero, una Morte lignea,ed il catafalco con il Cristo morto. Tra il '700 e '800 avvennero importanti modifiche: entrò il coro (all'inizio del XVIII sec.), fu eliminata la Morte, furono introdotti (nel 1855) i "simboli della Passione", e nel 1833 l'Addolorata. Nel 1850 circa avvenne l'ultima importante modifica: la processione fu spostata dal mattino alla sera.

Una delle tradizioni della processione di Chieti è che questa si debba sempre svolgere, anche in condizioni atmosferiche pessime. In particolare, la Processione ebbe luogo anche durante la Seconda Guerra Mondiale: nel 1944, nonostante fosse stato emanato il divieto di effettuare il sacro corteo, la Processione si svolse ugualmente e perciò i militari tedeschi entrarono in Cattedrale per rastrellare gli uomini che vi avevano preso parte; ma fortunatamente essi non ebbero successo, perché i confratelli riuscirono a scappare dalle varie uscite della Cattedrale.
[modifica] La processione e il Miserere

La processione ha inizio la sera del Venerdì santo, verso le 19.00, dalla Cattedrale di San Giustino: già da prima migliaia di persone si radunano sulla piazza antistante la Cattedrale, lungo il Corso e le altre vie dove il lungo corteo si snoderà. Intanto, in Cattedrale, alla fine della Sacra Funzione, sulla scalinata del presbiterio si esibisce lo splendido coro, composto da oltre 160 elementi, con altrettanti musici, che intona lo struggente Miserere composto verso il 1740 da Saverio Selecchy (Chieti,1708- 1788), maestro di Cappella della Cattedrale. Attualmente l'orchestra è composta da flauti traversi, violini, violoncelli, sassofoni, clarinetti, fagotti. Essa è diretta dal Maestro di Cappella, Peppino Pezzullo, mentre il coro è diretto dal M° Loris Medoro.

Successivamente comincia la vera e propria processione. All'inizio escono le varie confraternite cittadine, ognuna con il proprio stendardo e crocifisso, con i confratelli nell'abito tradizionale di ciascuna congrega. Dopo l'uscita delle varie confraternite seguono il Capitolo Metropolitano e i Cavalieri del Santo Sepolcro insieme all'Arcivescovo. È poi il turno dei membri dell'Arciconfraternita del Sacro Monte dei Morti, vestiti con una tunica nera, mozzetta gialla e cappuccio nero. Infine è il turno dei Musici e dei Cantori. I membri dell'Arciconfraternita del Sacro Monte, inoltre, riempono quello spazio che separa i membri di una confraternita dell'altra portando i simulacri rappresentanti i Simboli della Passione. Durante la Processione i Fratelli circondano le Statue del Cristo Morto e della Madonna Addolorata: solo a loro spetta anche il compito di trasportare questi Sacri Simboli, secondo una tradizione che si tramanda di padre in figlio. Uno degli aspetti più commoventi e singolari della Processione è infatti l 'attaccamento delle famiglie cittadine a tramandarsi – di padre in figlio – l 'onore di far parte della Processione: qualunque sia il ruolo ricoperto, dai Fratelli agli Aggregati, dai Musici, ai Cantori.

Alla processione partecipano anche i bambini; i bambini che non hanno ancora compiuto un anno al passaggio del Cristo e dell'Addolorata vengono alzati, come se fossero presentati, dalle madri. A notte avanzata la processione rientra in Cattedrale; dopo aver sistemato i simulacri dei Simboli,del Cristo e della Madonna,tutte le confraternite (tranne quella del Sacro Monte dei Morti che ha sede proprio in Cattedrale) tornano nelle loro chiese di appartenenza.
[modifica] Storia dell'Arciconfraternita

Il "Sacro Monte dei Morti" è probabilmente nato tra i secoli IX e X con lo scopo di far celebrare Sante Messe in suffragio delle anime dei Fratelli defunti. I Fratelli si dedicavano anche al compito pietoso di seppellire i corpi, disseminati per le vie e i campi, delle vittime delle tante guerre del tempo. "Sacro" si riferisce agli scopi di natura cristiana. "Monte" sta ad indicare che vi erano beni di proprietà da destinare alle attività.

Secondo notizie non sufficientemente documentate, si sarebbe svolta a Chieti una Processione a ricordo della Passione di Cristo fin dal IX secolo. Se ciò fosse vero, sarebbe stata la prima in Italia. Sembra comunque che l'Arciconfraternita del Sacro Monte dei Morti, sia stata fondata nel 1603 nella Cripta della Cattedrale, sulla tomba di S. Giustino.

Ed è proprio dall'anno 1603 che si svolge nella città la prima Processione del Venerdì Santo storicamente accertata organizzata dal sodalizio del Monte dei Morti, pur se la forma era molto diversa dall'attuale. Sempre nel 1603 l'arcivescovo del tempo autorizza la costruzione dell'Oratorio del Sacro Monte dei Morti a fianco della Cattedrale. La costituzione formale dell''Arciconfraternita e la pubblicazione delle Regole sono del 1648. Il primo Governatore risulta essere stato il Capitano della Milizia urbana Pietro Gigante che, dopo aver vissuto una vita tra gli orrori delle guerre, fu molto benevolo nei riguardi del nostro sodalizio.

L'Arciconfraternita era collegata sin dal 1619 al sodalizio romano "della Morte e orazione": su suo invito partecipò all'Anno Santo del 1650: per l'occasione venne scolpita una "Morte" in legno a grandezza naturale che nella mano sinistra reggeva un crocifisso e nella destra una falce col motto Nemini parco" (Non risparmio nessuno). Ben mille e cento persone raggiunsero Roma, a piedi, in quattro giorni. L'ingresso alla Città fu quanto mai solenne: l'ordinata e devota compagnia, preceduta dai musici, fu ricevuta dai Governatori e dai Fratelli dell 'Arciconfraternita romana. E fu tanto ammirata che lo stesso Papa Innocenzo X volle vederla due volte e benedire tutti i partecipanti.

LA PROCESSIONE DEL VENERDI' SANTO DELL'AQUILA

Basilica di San Bernardino alle 20 per attraversare, nell'ordine, via Panfilo Tedeschi, via Signorini Corsi, via Zara, Porta Castello, via Castello, piazza Regina Margherita, corso Vittorio Emanuele, piazza Duomo.

E' questo il percorso tra i palazzi vuoti e puntellati dell'Aquila della processione del Cristo Morto, che avrà inizio alle ore 20. Accompagnano il corteo con il simulacri di Remo Brindisi il coro e l'orchestra del Venerdì santo, formato dai cantori di tutti i gruppi e associazioni corali cittadine, sotto il coordinamento di Vincenzo Vivio e la direzione di Carlo Mantini. Il coro sarà accompagnato dai violini e dai flauti degli alunni delle scuole medie Mazzini e Alighieri.

Note storiche: nel 1954, grazie al devoto interessamento dei frati Minori del Convento di San Bernardino, la proces­sione del Venerdì Santo è stata ripristinata.
Merito particolare va al giovane francescano Fra Salva­tore Roccioletti.
A curare la processione e darle grande lustro è stato poi, a partire dal 1963, Padre Casimiro Centi.
La processione del Venerdi Santo a L'Aquila ha una peculiarità che la rende forse unica, cioè quella di essere legata, sin dal 1954, ai nomi del grande artista aquilano d'adozione Remo Brindisi, morto nel 1996 e del padre Fedele Brindisi. Loro sono infatti 16 dei 20 simulacri portati in processione.
Il figlio li ha immaginati e disegnati quasi in una visione mistica, il padre le ha realizzate artigianalmente.
Queste opere sono riconosciute capolavori di arte sacra contemporanea, e sfilano in uno scenario dal sapore antico, tra i palazzi storici della città, alla fioca e suggestiva luce delle torce, proprio come cinquecento anni fa, torce che rischiarano il percorso dei simulacri scolpendo nella notte la tragica discesa dal Golgota.

Scriveva negli anni cinquanta l'allora soprintendente alle Belle Arti Raffaele Delogu, a proposto dei simulacri di Remo Brindisi: "Come le civiltà artisticamente mature non hanno mai temuto di riplasmare nel loro spirito e di rinnovare entro le loro particolari forme temi ed immagini della loro tradizione, così nei momenti di maggiore pienezza del sentimento religioso, mai si ebbe timore di affidare l'espressione alle voci più contemporanee e per ciò stesso, più qualificate ad esprimerlo ... che questo compito sia stato affidato ad un aquilano quale Remo Brindisi, che ha saputo gettare un ideale ponte tra le tradizioni della sua terra ed il sentimento del nostro tempo, è garanzia di aderenza e per L'Aquila, segno significativo di continuità storica e sicura vitalità".

Dal 2000 si è costituita l'Associazione Cavalieri del Venerdì Santo, formata da laici e religiosi, allo scopo di dare continuità all'annuale evento e di rendere la processione un supporto significativo alla religiosità degli aquilani e dei turisti, che la seguono con la stessa fedele e composta par­tecipazione del passato.

LA PROCESSIONE DEL  VENERDI SANTO DI TERAMO

Partirà alle 18.30 la processione del Cristo morto. Il corteo che segue quello delle 4 dedicato alla Madonna addolorata in cerca del figlio, prenderà il via dalla chiesa dell'Annunziata e si snoderà lungo le principali vie del centro.

La processione sarà guidata dal vescovo Michele Seccia che in piazza Martiri, a metà del tracciato, terrà una riflessione dedicata alla morte e resurrezione di Cristo. Questo il percorso della processione organizzata dalle arciconfraternite della Santissima Annunziata e del Suffragio: via Palma, piazza Orsini, via del Vescovado, piazza Martiri, via Capuani, via Cerulli Irelli, corso San Giorgio, piazza Martiri, via Veneto, via Paladini, via Forti, via Trento e Trieste, vico del Nardo, corso Porta Romana, largo Proconsole, via Irelli, via Stazio, via Savini, Porta Madonna, corso de Michetti, largo Melatini, via Torre bruciata, via Getulio, via Palma, chiesa dell'Annunziata.

LA PROCESSIONE DEL VENERDI SANTO DI LANCIANO

La suggestiva processione del Venerdi Santo di Lanciano  partirà alle ore 19,00 dalla Chiesa di Santa Chiara.
La processione di Lanciano è il culmine della settimana Santa che rappresenta, per il popolo lancianese, un momento di profondo raccoglimento ed é particolarmente ricca di manifestazioni organizzate dall'Arciconfraternita "Orazione e Morte " San Filippo Neri, che ricordano la passione del Cristo.Tra le tante, il rito più caro e sicuramente vissuto con maggiore carica religiosa, é quello del Giovedì Santo.Nella serata di questo giorno, infatti, i lancianesi si riversano per le vie del centro storico della città per fare raccoglimento presso il Santissimo (Sepolcro) esposto in tutte le Chiese in attesa di poter partecipare alla processione degli "incappucciati". Sono i confratelli dell'Arciconfraternita San Filippo Neri che al suono struggente del Miserere, del musicista lancianese Masciangelo, accompagnano "il cireneo" , scalzo e con la croce sulle spalle, in un percorso, poi ripetuto dalla processione del Venerdì Santo, che attraversa la parte più antica e suggestiva della città

Scrive a proposito della processione lo storico Omobono Bocache:

'' [...]Dalla Fraternita della morte usciva la sacra farsa ossia la funzione della pubblica tragedia della Passione che si recitava la sera del Venerdì santo in mezzo alle pubbliche piazze della Città con il consenso di tutta la popolazione anche forestiera, una scena si rappresentava in un luogo, altra in un altro luogo, con decoroso apparato facendosi spettacolo a tutta l'intera Città...in somiglianza di quella facendosi in Napoli, inventata verso la fine del regno degli Angioini[...]
Questa Processione si muoveva dopo la mezzanotte del Venerdì Santo composta da 'Talami', palchi sui quali erano drammatizzate scene della Passione, portati da facchini o contadini vestiti di un saio di sacco nero, preceduti dalla Processione vera e propria dei Confratelli che recavano ognuno una grossa torcia di cera in mano.
Uscendo dalla Chiesa di San Giuseppe del Borgo il corteo arrivava alla Chiesa delle monache clarisse, odierna Santa Chiara, nella cui piazzetta antistante erano precedentemente stati collocati banchi e panche per i notabili che volevano assistere alla manifestazione.
.
Da questo luogo si andava davanti al Palazzo Arcivescovile e qui rivivevano di nuovo le scene; in seguito le rappresentazioni si svolgevano anche davanti ai palazzi dei nobili della Città sul percorso che dal Palazzo arcivescovile portava alla piazza della Nunziata (ora P.zza Plebiscito); la Processione si concludeva alle quattro del mattino.
Seguiva la sacra rappresentazione anche l'Arciconfraternita dell'Addolorata che, uscendo dalla chiesa di Santa Lucia, recava la statua della Vergine in gramaglie.
Quindi, all'inizio non si svolgeva una vera e propria Processione, ma si assisteva ad una forma di rappresentazione teatrale di genere sacro, un autentico "mistero" popolare con la raffigurazione dei momenti del martirio di Cristo; questo tipo di rappresentazione ebbe fine nel 1741 quando i Confratelli [...] fecero venire il Cristo Morto da Napoli [...].''

LA PROCESSIONE DEL  VENERDI SANTO DI SULMONA

Organizzata dalla Confraternita della SS.Trinità è comunemente detta del "Cristo morto". Il corteo funebre, composto da centinaia di confratelli vestiti con un saio rosso, simbolo della fiamma della carità, uscendo dalla chiesa della SS. Trinità alle 19,00 è accompagnato da una banda di ottoni che suona celebri marce funebri, quindi attraversa tutte le principali vie del centro storico di Sulmona. Al seguito del corteo, sfila una schiera di lampioni bianchi posti ai lati, e dietro di essi Dietro di essi segue il coro, composto da 120 cantori tripartiti in tenori, baritoni e bassi, che esegue vari tipi di Miserere e si muove a passo cadenzato, ondeggiando: è una delle parti più spettacolari della processione e per questo motivo i posti da corista sono tra i più ambiti. Subito dietro il coro, la bara del Cristo Morto seguita dalla Vergine vestita a lutto.


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