Sulmona: resta cieco dopo operazione, chiesto risarcimento milionario alla Asl di Chieti

24 Marzo 2011   09:52  

Un uomo di Sulmona ha perso la vista, rimanendo invalido al cento per cento, dopo un intervento cardiochirurgico all’ospedale di Chieti.

Così i familiari del 47enne chiedono ora alla Asl di Chieti un risarcimento di un milione e 200mila euro.

La storia inizia nel settembre 2003, quando il professionista, all’epoca 39enne iniziò ad avvertire limitazioni fisiche e difficoltà respiratorie. Preoccupato si sottopose ad un check-up presso l’unità operativa di cardiologia del presidio ospedaliero di Sulmona; dopo i dovuti esami gli venne diagnosticato un aneurisma dell’aorta ascendente con dilatazione funzionale della valvola aortica per cui era necessario un intervento chirurgico, e così fu immediatamente trasferito nel reparto di Cardiochirurgia dell’ospedale di Chieti.

L'intervento era il cosiddetto "Bentall", che avrebbe dovuto risolvere tutte le patologie cardio-vascolari riscontrate, dato il carattere definitivo dell’operazione chirurgica.

Ma qualcosa non deve essere andato per il verso giusto. Il paziente, infatti, "contrariamente al programma cardio-chirurgico concordato con i sanitari, non venne sottoposto all’intervento di 'Bentall', ma viceversa all’itervento di 'David', per il quale il mio assistito non aveva dato il proprio consenso al momento della sottoscrizione dell’informativa" spiega l’avvocato Pierluigi Giampaolo, che sta curando il ricorso contro la Asl di Chieti. "La perizia di due specialisti ha evidenziato l’assoluta inadeguatezza dell’intervento chirurgico e del relativo trattamento sanitario operato dai sanitari del presidio ospedaliero di Chieti".

La famiglia ha intrapreso le vie legali, chiede un risarcimento complessivo di un milione 185mila 730euro per i danni biologico, esistenziale e morale euro più 44.800 euro per il danno patrimoniale. La prima udienza si terrà il prossimo 4 luglio davanti al Tribunale di Chieti.


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