Quattro persone sono state arrestate dal personale della Polizia di Stato e delle Comunicazioni di Pescara nell'ambito dell'operazione denominata "Click Card", finalizzata a stroncare l'attività criminale di phishing, ossia spillaggio di dati sensibili finalizzato alle truffe telematiche.
Una quinta persona, una donna straniera, è ancora ricercata. In carcere sono finiti Alberico Bevilacqua, 41enne di Mercato San Severino (Salerno), uno dei capi del'organizzazione insieme alla donna ancora ricercata, Sandra Zazzara, 60enne di Tocco Casauria (Pescara), Nicola Bucco, 49enne di San Vito Chietino (Chieti) e Rosaria Frisenda, 60enne di Catanzaro.
Bevilacqua è stato preso a Perugia e la Frisenda a Crotone. All'esecuzione degli arresti hanno collaborato la Polizia Postale dell'Umbria e la Squadra mobile di Crotone. L'accusa nei confronti degli arrestati è di ricettazione di denaro provento di prelievi telematici abusivi.
Il meccanismo è quello dell'invio di e-mail "esche" con le quali si chiede agli utenti di comunicare dati relativi a conti correnti o altri dati bancari e postali.
A disporre gli arresti è stato il gip del Tribunale di Pescara Maria Michela Di Fine.
Le indagini della Polizia postale abruzzese, coordinata da Alessandro Grilli, hanno preso il via ad agosto 2007 quando alcune banche hanno segnalato delle operazioni anomale svolte da soggetti che acquistavano carte di credito ricaricabili ma non versavano denaro sulle stesse.
Le ricariche delle carte avvenivano, invece, attraverso operazioni di accredito on-line, da parte di titolari di conti correnti che non sembravano avere rapporti con i titolari delle carte ricaricabili.
Tra l'altro, pochi minuti dopo l'accredito sulla carta, il denaro veniva riscosso agli sportelli Bancomat di Pescara e dintorni. Si è quindi capito che il meccanismo al quale si faceva ricorso era quello del phishing, e cioè l'invio di messaggi di posta elettronica dietro i quali si nascondono delle trappole.
Attraverso queste e-mail i titolari di conto corrente vengono indotti a inserire on line i codici di accesso al conto, e a digitare i dati personali su una pagina web molto simile a quella vera della banca. In questo modo i correntisti credono di dialogare con l'istituto di credito o le poste, ma si tratta solo di una truffa.
Una volta ottenuti i codici l'organizzazione effettuava il prelievo di denaro sul conto, con accredito sulla carta ricaricabile, e subito dopo il denaro spariva perche' prelevato al Bancomat.
A capo della banda c'erano Bevilacqua e la donna ancora ricercata, che facevano riferimento a persone nullatenenti alle instestare le carte di credito. Le vittime sono sparse in tutta Italia, ma molti potrebbero non aver presentato denuncia.
Il danno quantificato è di 50mila euro ma verosimilmente l'importo complessivo è superirore. Gli indagati, in tutto, sono 11.
(AGI)