Tangenti sanita', legale del Turco: nessuna prova su dazioni

04 Dicembre 2013   20:37  

 "Le dazioni di denaro non risultano supportate da alcuna prova diretta diversa dalle dichiarazioni accusatorie di Angelini.
Non esistono dunque in atti prove dirette delle dazioni, ma solo indizi dai quali la sentenza ha preteso di desumere elementi utili a riscontrare le dichiarazioni di Angelini circa le materiali dazioni di denaro".

E' uno dei passaggi dell'appello di circa 200 pagine, depositato questa mattina, dall'avvocato Giandomenico Caiazza, contro la sentenza di condanna a 9 anni e 6 mesi dell'ex presidente della Regione Abruzzo Ottaviano Del Turco, emessa il 22 luglio scorso dal Tribunale collegiale di Pescara nell'ambito del processo su presunte tangenti nel mondo della sanita' abruzzese.

Nel ricorso Caiazza parla di "provata insussistenza dei fatti di corruzione" addebitati a Del Turco. Per l'avvocato dell'ex governatore l'insussistenza deriva "dalla constata (e pacifica) inesistenza di prova diretta delle dazioni; dalla assoluta inattendibilita' intrinseca di Angelini".

Sempre secondo l'avvocato Caiazza, l'insussistenza deriva anche "dalla totale assenza di riscontri esterni; dalla natura manifestamente preorganizzata, strumentale e oggettivamente mendace delle dichiarazioni testimoniali dai testi indicati da Angelini a riscontro delle proprie accuse; dalla prova positiva e certa della inesistenza, nel patrimonio personale dell'appellante e dei suoi familiari ed amici piu' cari, di versamenti, movimenti o utilizzi di somme in contanti o comunque non rivenienti da redditi legittimi e perfettamente tracciati, anche per un solo euro; dalla concretezza dei risultati di tre anni di politica amministrativa in materia sanitaria della giunta Del Turco; dalla inesistenza di atti contrari ai doveri di ufficio posti in essere dall' appellante nell'esercizio della propria attivita' politica- amministrativa".


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