Tangentopoli a Chieti, nuovi sviluppi

Permessopoli

13 Gennaio 2009   14:20  

Luca Pompei ci aggirona sugli sviluppi dell'inchiesta di Chieti relativa al giro di tangenti scoperto nel marzo scorso, con protagonisti due dipendenti del Comune,  Luciano Cerritelli e Filomena Pellegrino.
Il sistema funzionava così: gli aspiranti commercianti che si recavano all'ufficio commercio del Comune di Chieti si sentivano rispondere che non c'erano licenze disponibili: ma già lo stesso giorno o quello seguente venivano ricontattati e veniva prospettata loro la necessità di pagare 5000 euro per avere la licenza stessa. Denaro che, secondo quanto veniva detto loro, sarebbe dovuto finire nelle tasche del commerciante che aveva appena riconsegnato una licenza mentre in realtà il denaro veniva intascato dai dipendenti pubblici infedeli. Per il capo della Mobile teatina Paolo Monnanni quello instaurato era un vero e proprio sistema criminale fondato sul mercimonio delle pubbliche prestazioni, un sistema nel quale la Pellegrino era il braccio materiale e Cerritelli il "grande vecchio" che gestiva la situazione. Un sistema che andava avanti da almeno 4-5 anni e che ha avuto fra le proprie vittima anche i venditori di ortofrutta, un settore in cui le licenze sono completamente liberalizzate. Almeno dieci i casi conclamati di concussione che sono stati complessivamente accertati. La tangente richiesta di solito era di 5000 euro e veniva consegnata materialmente alla Pellegrino, ma c'erano anche commercianti che usufruivano di sconti e dilazioni mentre chi era proprietario del locale in cui avrebbe dovuto aprire la nuova attività, era costretto a pagare anche di più. E se qualcuno si fosse rifiutato di pagare avrebbe incontrato di fronte a sé numerose difficoltà e lungaggini nell'ottenere le licenze.


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