Tarantino e quegli Inglorious Basterds con omaggio a Bombolo

Ieri, a Roma, conferenza stampa del regista

22 Settembre 2009   10:49  

C'era l'atmosfera delle grandi occasioni ieri all'Hotel Hassler di Roma. Del resto, la possibilità di poter rivolgere qualche domanda al geniale regista Quentin Tarantino non capita tutti i giorni. Le sedie non bastano nella sala conferenze dell'albergo, e gli inservienti sono costretti a fare gli straordinari, dando la possibilità a tutti di assistere all'evento da seduti.
Un applauso fragoroso accoglie l'ingresso di Tarantino, Eli Roth (tra i protagonisti del film) e il produttore Lawrence Bender, storico socio di Quentin. Con "Bastardi senza gloria", l'autore americano ha fatto il suo esordio nel cinema storico, anche se gli eventi narrati sicuramente risentono dell'influenza del suo genio creativo, e la verità si mette al servizio della genialità. I personaggi sono irreali ma verosimili, così come tutta la vicenda. Non c'è certezza documentata che gli Inglorious Basterds siano realmente esistiti, ma se al secondo conflitto mondiale avessero preso parte dei personaggi come loro, probabilmente le cose sarebbero andate proprio come nella pellicola. Pensieri e parole di un Tarantino, convinto più che mai di aver realizzato il suo capolavoro, ma non quello della maturità. "Non esiste un film definibile più maturo di un altro. Tutta la mia carriera è un continuo andare avanti e tornare indietro. Così ho realizzato prima Pulp Fiction, poi il più complesso Jackie Brown e successivamente Kill Bill, quindi faccio sempre ciò che mi suggerisce la mia vena creativa".
Il cineasta d'oltreoceano sottolinea, poi, come si senta americano ma solo per nascita, mai, infatti, ha realizzato lungometraggi seguendo lo stile della sua nazione. Troppe sono le influenze del cinema europeo ed asiatico che lo hanno sempre influenzato ed accompagnato nella sua produzione, per poter essere catalogato in una qualsivoglia regione geografica. In effetti, gli va riconosciuto il fatto di essere uno dei pochi autori cinematografici odierni in grado di dare a tutte le sue opere il proprio marchio di fabbrica, ognuna caratterizzata dal suo particolarissimo stile. "Posso piacere o non piacere, di sicuro non mi si può ignorare".
Da segnalare, infine, la brillante risposta ad Eli Roth alla domanda su dove avesse imparato l'italiano per recitare una frizzantissima scena del film. "Ho frequentato un'accademia molto esclusiva, quella di Bombolo! Ho visto parecchi sue interpretazioni, e posso dirvi che 'Viva la foca' è un capolavoro indiscusso del vostro cinema". Finalmente, un doveroso ricordo ad un caratterista dimenticato troppo in fretta.
"Viva Bombolo!"

 





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