Teramo, Cgil: l'ospedale Mazzini è al collasso

13 Luglio 2011   20:11  

Una situazione estremamente grave. E' questo il quadro dipinto dalla CGIL sulla situazione dell'ospedale Mazzini di Teramo, dovuto alla cronica carenza di personale, alla strumentazione obsoleta e alla mancanza dei minimi requisiti di sicurezza.
"A seguito delle chiusure dei reparti a Sant'Omero"fa sapere la CGIL"l'ortopedia di Teramo è in piena crisi. La situazione è talmente grave che un ricovero può trasformarsi in vero e proprio incubo. La cronica carenza di personale si è aggravata nel periodo estivo tanto da non riuscire a garantire il numero legale degli operatori - 2 infermieri a turno invece di 3. Il più delle volte ci sono 5 pazienti nelle camere predisposte per 4. Il day hospital è chiuso per mezza giornata e l'assistenza dei ricoverati tenuti in osservazione è scaricata sugli unici 2 infermieri. Se un infermiere accompagna il paziente in sala operatoria, l'altro rimane da solo in reparto con 25/27 pazienti. La struttura non è idonea e sta diventando pericolosa per i pazienti: non c'è ossigeno alle pareti, niente campanelli nei bagni e nei letti bis, non c'è aria condizionata né ventilatori. La strumentazione è obsoleta e i requisiti di sicurezza minimi non sono garantiti".
E non è che in altri reparti la situazione migliori: "L'ostetricia di Teramo risponde ai bisogni di salute di tutta la Val Vibrata, ma con nessun infermiere in più e al pronto soccorso di Teramo non arrivano solo le donne e i bambini di Sant'Omero e di Giulianova, ma anche i traumi ortopedici e sindromi da dolore che pare non trovino soluzioni nel presidio giuliese. La sala operatoria di Teramo ha registrato nei giorni scorsi un gravissimo episodio: 2 pazienti sono stati lasciati lì perché la rianimazione era piena e non potevano essere spostati in nessun altro posto e ciò ha comportato l'inutilizzo della sala operatoria per tutto il tempo della permanenza dei due operati. La FP CGIL di Teramo chiede di utilizzare le risorse dell'art. 20 anche per l'ortopedia di Teramo al fine di ripristinare i requisiti minimi di sicurezza per gli operatori e per i pazienti e, nel frattempo, propone di sfruttare l'ala del 4 piano da poco ristrutturata. Alla gravità di quanto sopra denunciato, si aggiunge l'esasperazione e la rabbia degli operatori che, essendo da anni in prima linea, sono costretti a lavorare in condizioni pessime. Nemmeno l'assunzione degli infermieri dalla mobilità interregionale li ha aiutati. Come sono stati distribuiti tra i reparti della ASL questi 150 infermieri della mobilità interregionale? Le OO.SS. avevano chiesto l'attivazione di una mobilità interna che rendesse più trasparenti le regole dei trasferimenti del personale da un presidio all'altro, ma hanno voluto fare da soli e pare, alla scrivente, che i problemi invece di diminuire siano aumentati".


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