Teramo, in aula lezione choc di negazionismo della Shoah

Il video dal sito di Repubblica

07 Ottobre 2010   10:19  

Accade a Teramo, una lezione choc di negazionismo della Shoah.

Claudio Moffa ordinario di Scienze politiche a Teramo, parla di "cosiddetto Olocausto", di "falsità di Auschwitz", di "racconti non fedeli di sopravvisuti". Nel suo blog anche un elogio per Ahmadinejad. Gattegna: "Vada allo Yad Vashem invece di fare queste illazioni"Il "cosiddetto Olocausto", le falsità di Auschwitz, i racconti "non fedeli" dei sopravvissuti. Tutto da una cattedra dell'Università di Teramo. Con un elogio ad Ahmadinejad

 

Lezioni di negazionismo "Così sfruttano la Shoah"
di MARCO PASQUA - La Repubblica

IL NEGAZIONISMO della Shoah sale in cattedra. Una delle pagine più buie della storia dell'Uomo, riscritta e riletta seguendo le orme di chi nega l'esistenza delle camere a gas o chi contesta i dati dello sterminio messo in atto dai nazisti. Tocca a Claudio Moffa, professore ordinario presso la Facoltà di Scienze Politiche dell'università di Teramo, dare spazio alle tesi revisionistiche della Shoah, durante una lezione choc tenuta nell'ateneo. Tutto è messo in discussione dal docente, persino il racconto di Shlomo Venezia, sopravvissuto al campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau. "Non c'è alcun documento di Hitler che dicesse di 'sterminare tutti gli ebrei'", dice Moffa, parlando agli studenti dell'università abruzzese. Duro il giudizio dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, tramite il presidente, Renzo Gattegna: "Mettere in dubbio o negare la Shoah significa offendere la Memoria delle vittime. Invito queste persone a visitare lo Yad Vashem e a studiare la documentazione che là è depositata". Il presidente dell'Aned (associazione nazionale ex deportati politici nei campi nazisti), Gianfranco Maris, deportato nel 1943 nel campo di Mauthausen, si dice "disgustato".

E' il 25 settembre, e nell'aula 12 della facoltà di scienze politiche, Moffa tiene l'ultima lezione dell'edizione 2009/2010 del master "Enrico Mattei in vicino e Medio Oriente", di cui è coordinatore. La presentazione ufficiale di questo corso, giunto alla quinta edizione, come ricorda il docente sul suo sito, risale al 6 maggio scorso, e avvenne nella sala polifunzionale di Palazzo Chigi. L'ora e mezza di lezione viene ripresa con una telecamera, e il video è pubblicato sulle pagine web del docente, sulle quali appaiono frequentemente articoli in difesa della libertà di espressione, fatta coincidere, in questo caso, con la libertà di negare l'Olocausto. Tra i professori del suo master figurano anche famosi storici negazionisti: è il caso di Serge Thion e di Robert Faurisson. Quest'ultimo venne invitato da Moffa a tenere una lezione all'università abruzzese già nel 2007, tra le proteste della comunità ebraica, e dello stesso rettore dell'epoca. Lezione cancellata, polemiche, e una petizione-appello contro la presenza dei negazionisti nelle università italiane. Moffa, però, non si è fermato e ha continuato a divulgare le sue tesi.

Il titolo della lezione del 25 settembre lascia chiaramente intuire come verrà sviluppato l'argomento: "Il tema-tabù del mondo accademico, la questione della 'Shoah', della difesa del suo dogma da parte della Inquisizione del III millennio, e del suo uso politico nel complesso contesto della 'guerra infinità del Vicino Oriente". Per Moffa, che cita Norman Finkelstein (autore del testo "L'industria dell'Olocausto"), c'è un legame tra la Shoah e la guerra in Medio Oriente. Parla di uno "sfruttamento dell'Olocausto", avvenuto "a fini politici ed economici": "E' un'arma ideologica indispensabile, grazie alla quale una delle più formidabili potenze al mondo ha acquisito lo status di vittima. Da questo specioso status di vittima derivano dividendi considerevoli, in particolare l'immunità alle critiche". Concetto difeso dallo stesso Moffa, che argomenta così la sua tesi: "Nella lotta plurisecolare tra cristianesimo ed ebraismo, c'è stato bisogno, al di là del fatto che il fatto sia vero o no, della creazione di una crocifissione. Di un episodio paragonabile ad una crocifissione di un intero popolo. Visione religiosa dello sterminio e delle sofferenze che indubbiamente ci sono state".

Quanto alle camere a gas, il docente cita un'intervista videoregistrata a Faurisson, in cui il negazionista arriva a contestare l'uso del Zyklon b per sterminare gli ebrei: "L'edificio che viene mostrato ai ragazzi delle scuole ad Auschwitz è un edificio che non ha nessuna delle caratteristiche tecniche atte ad essere stato una camera a gas. Il Zyklon B veniva usato per disinfestare gli abiti dei reclusi: se usato al fine di 'gassarè i deportati, nelle quantità previste e raccontate da Rudolph Höss (comandante di Auschwitz, ndr) al processo di Norimberga, sarebbe stato tecnicamente impossibile. La cifra e i tempi forniti da Höss, di 2000 persone gassate al giorno, non fanno tornare i conti". Non c'è alcun contraddittorio e, anzi, Moffa chiosa: "Faurisson fa considerazioni in modo consequenziale e convincente". Moffa punta anche al dato dei sei milioni di ebrei sterminati, un "numero con una valenza cabalistica. Non si capisce perché lo si debba sempre ripetere". Una cifra ufficiale, dice Moffa, "ormai ampiamente messa in discussione".

Il professore si spende anche per la difesa dei colleghi accusati di revisionismo. A cominciare dal professor Roberto Valvo, del liceo di via di Ripetta (accusato di aver detto che "la Shoah è stata una montatura"): "Come ai tempi dell'Inquisizione, non è concepibile che chi, argomentando o comunque parlando al bar o facendo una battuta in un consiglio di classe dice 'non credo a questa cosa', 'credo che siano state 300mila le vittime', venga sanzionato. Questo tipo di linciaggio e persecuzione è qualcosa di assolutamente inconcepibile". Contenuti che si ritrovano nelle pagine web del docente, sulle quali oscilla tra il lodare "la grandezza umana e politica di Ahmadinejad" , il presidente iraniano, mentre quello che lui chiama "il cosiddetto Olocausto", un "dogma ossessivamente ripetuto in tutti i suoi intoccabili e sacri tasselli" viene messo in correlazione con "il potere di condizionamento di Israele su quasi tutte le potenze e i poteri forti del pianeta".

"Con tutte le prove documentali e testimoniale che sono emerse, e con la tragica contabilità dei deportati uccisi - osserva Gattegna - nessuna persona che sia in buona fede può sollevare dubbi sulle dimensioni della Shoah. Mettere in dubbio quella che è stata una delle più grandi tragedia dell'umanità non è qualcosa di sostenibile. Questi negazionisti vogliono screditare il lavoro dei familiari dei deportati e degli storici. Un lavoro, quello dei testimoni, molto difficile". Gattegna si chiede anche perché "i negazionisti vogliano colpire la Memoria di chi ha sofferto e quale sia la loro reale intenzione": "Così facendo - osserva - ridimensionano le colpe del nazismo". Infine, un invito: "Queste persone vadano allo Yad Vashem o in altri luoghi dove si trova tutta la documentazione della Shoah, invece di fare queste illazioni".

Gianfranco Maris, classe 1921, sopravvissuto al campo di sterminio di Mauthausen, dice: "Non riesco a provare odio. Queste persone non lo meritano. E' gente che non sa o non vuole vedere quello che è stato un fatto reale. Se penso che un'università ha ospitato una lezione del genere, viene da piangere".


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