Ticket sanitari: proposta di riforma del Pd

03 Ottobre 2011   13:01  

“E’ stato fatto apposta per favorire il privato? Oppure gli uffici preposti a valutare gli effetti dell’introduzione del ticket da 10 euro sulle prestazioni sanitarie, non si sono resi conto degli effetti dell’applicazione pratica del provvedimento?”.

E’ l’interrogativo lanciato questa mattina dai Consiglieri regionali del PD Camillo D’Alessandro e Marinella Sclocco, che hanno illustrato una propria proposta di riforma dei ticket, che ora sarà presentata in Consiglio regionale per la discussione.

“Il punto – hanno spiegato gli esponenti dell’opposizione – è che l’applicazione di un ticket generico di 10 euro su tutte le prestazioni sanitarie, ha evidenziato delle storture: ci sono, infatti, alcuni esami che non è più conveniente effettuare in una struttura pubblica.

Pensiamo, ad esempio, alle analisi delle urine o all’emocromo, che oggi vengono a costare molto meno in un ambulatorio privato.

L’effetto è duplice: si avvantaggiano ingiustificatamente i privati, mentre si sottraggono introiti alle casse pubbliche”.

Il PD suggerisce, dunque, di applicare in Abruzzo il sistema introdotto dalla Regione Lombardia, che prevede ticket scaglionati e proporzionali al costo effettivo della prestazione richiesta dall’utente.

Un metodo che permetterebbe di mantenere invariati i saldi imposti dallo Stato, ma consentirebbe di prevedere fasce di esenzione per gli esami più semplici (e meno costosi) e per le categorie più svantaggiate.

“Inoltre – hanno sottolineato D’Alessandro e la Sclocco – va intensificata la lotta all’inappropriatezza, soprattutto per quanto riguarda il ricorso alle prestazioni di pronto soccorso.

Oggi, per i cosiddetti ‘codici bianchi’, ogni Asl applica un ticket differente. A nostro parere, invece, va previsto un ticket unico di 25 euro, che scoraggerebbe gli utenti a servirsi del pronto soccorso per quelle patologie che devono essere trattate dal medico di famiglia.

Questa misura permetterebbe un risparmio di 6 milioni di euro, a cui se ne potrebbero aggiungere altri 2 dalla ricontrattazione dei tetti di spesa della specialistica convenzionata con le strutture private, e altrettanti dalla riduzione dei tetti di spesa per i ricoveri nelle strutture private accreditate e nelle strutture riabilitative”


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