Tratta esseri umani, Don Ciotti, direttive non applicate

14 Ottobre 2014   10:41  

"Non basta solo gridare e fare delle direttive che poi non vengono ratificate e applicate". Lo ha detto questa mattina don Luigi Ciotti (presidente Libera e Gruppo Abele) a Pescara a margine di un convegno su "Immigrazione e tratta degli esseri umani", in corso in Comune, promosso dall'Arcidiocesi di Pescara-Penne, facendo riferimento alle convenzioni internazionali delle Nazioni Unite, come quella di Palermo del 2000, e all'Europa che dovrebbero fare "quello che devono".

"L'Italia - ha proseguito - e' stata una grande eccezione positiva, con l'articolo 18" che ha consentito di "favorire ragazze e ragazzi sfruttati" e che consente a queste persone di "essere riconosciute e accompagnate in un percorso".

Ma in questo momento, ha proseguito don Ciotti, "stiamo slittando verso il basso, anche l'Europa, perche' tutto viene bloccato sul dato economico. Non ci sono soldi e non si possono fare investimenti. Si deve alzare un grido forte, anche da Pescara oggi, che non possono essere i dati economici a penalizzare la dignita' e la liberta' delle persone".

"Il problema della tratta degli esseri umani - ha ricordato Don Ciotti - coinvolge venti milioni di persone sulla faccia della terra e migliaia di persone anche nel nostro Paese, che vengono sfruttate e penalizzate e private della loro liberta' e dignita'.

Non basta commuoverci quando succedono grandi tragedie ma muoverci tutti". Per il presidente di Libera e Gruppo Abele "non si puo' essere cittadini a intermittenza. Abbiamo il dovere di conoscere per diventare cittadini piu' responsabili.

Le istituzioni e la politica devono fare la loro parte ma la prima vera riforma e' la riforma delle nostre coscienze. Abbiamo bisogno di guardarci dentro e assumerci la nostra parte di responsabilita'".


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