Vero e proprio allarme prostituzione a Pescara e nell'hinterland: secondo un rapporto presentato dalla Caritas e dall'associazione "On the road", infatti, sono circa 300 le donne che si prostituiscono nell'area metropolitana.
Di queste 300 donne, quasi tutte straniere, una sessantina si prostituisce lungo le strade, e circa l'80% di loro é vittima di sfruttamento da parte di aguzzini. La maggior parte di esse sono romene (il 60%, di cui il 25% di etnia rom) e nigeriane (25%), cui vanno ad aggiungersi bulgare (10%) e sudamenricane, in particolare brasiliane.
Le zone maggiormente frequentate dalle "lucciole" sono la pineta di Pescara e la riviera di Montesilvano.
Al dilagare del fenomeno, tuttavia, ha in qualche modo contribuito anche la disinformazione sull'argomento, come ha fatto notare Valeria Pellicciaro, coordinatrice dell'iniziativa: "Non é molto alto il livello di consapevolezza: basti pensare che la differenza tra prostituzione e tratta viene colta da pochissimi, e si tende a credere che tale attività sia una scelta di vita".
Il rapporto non ha lasciato indifferente nemmeno monsignor Tommaso Valentinetti, arcivescovo della diocesi Pescara-Penne, che ha invitato a "lavorare tutti insieme, per quanto nelle nostre possibilità, per fermare gli spietati meccanismi di sfruttamento delle donne".