Tribunale ecclesiastico: nozze da annullare, aumentano richieste

01 Marzo 2011   09:55  

In aumento separazioni e convivenze in Abruzzo come anche l'eta' dei fidanzati che nel 55 % dei casi supera i 30 anni: un innalzamento dell'eta' che significa anche piu' anni trascorsi lontani dalla Chiesa e dalla pratica religiosa. Le separazioni toccano quota 40% anche se solo nel 2% dei casi ci si rivolge al Tribunale Ecclesiastico per chiedere la nullita'.

"Un panorama complessivo non edificante ma angosciante", ha rimarcato monsignor Angelo Bizzarri, presidente del Tribunale Ecclesiastico abruzzese-molisano inaugurando ieri pomeriggio a Chieti l'anno giudiziario 2011. Le sentenze emesse nel 2010 sono state 114 di cui ben 100 per la nullita'. All'inizio del 2010 le cause pendenti presso la sede chietina del Tribunale erano 280 mentre sempre nel 2010 sono state 125 le cause introdotte. All'inizio del 2011 sono pendenti 291 cause. Le cause trattate e definite si riferiscono alle diocesi di Chieti-Vasto (31); Pescara-Penne (31); Teramo-Atri (18), Lanciano-Ortona (10); Avezzano (8), L'Aquila (4), Sulmona-Valva (4), Trivento (3).

"Dati davanti ai quali la chiesa - ha aggiunto Bizzarri - non puo' far finta di non vedere ma ha il dovere di lanciare una sfida e di coinvolgere tutte le istituzioni per recuperare tanto terreno perso. Convivenze e separazioni hanno una radice comune in un'epoca di relativismo diffuso. Non esiste piu' progetto di vita: tutto e' uguale, nulla vale piu' di un'altra cosa. L'indifferenza di molti e' la diretta conseguenza del fatto che la cultura in cui siamo sommersi non fa differenza", ha detto Bizzarri.

"La vita viene ridotta a pura esistenza, per cui matrimoni e famiglia non hanno piu' valore. Una nuova forma di pensiero che serpeggia anche nella comunita' cristiana: il fedele contagiato, preferisce la convivenza, con facilita' riesce a separarsi e senza scrupoli di coscienza si unisce di nuovo a un'altra persona facendo a meno di ricorrere al Tribunale Ecclesiastico.

Lo stile di vita delle coppie conviventi non si discosta per nulla da quello delle altre coppie di fidanzati e quindi bisognera' domandarsi in che situazione, rispetto all'etica sessuale proposta dalla Chiesa, sono praticamente tutte, o quasi, le coppie che si presentano a chiedere il sacramento. Come presentare, quindi, oggi in modo credibile la visione cristiana della sessualita' e dei suoi presupposti antropologici.

Infine - conclude Bizzarri - e' del tutto probabile che proprio il fatto che le coppie conviventi vengano ormai con molta naturalezza a chiedere il matrimonio religioso possa essere visto dai parroci e dagli operatori di pastorale come una sorta di chiusura della questione, cioe' come se la decisione di celebrare il sacramento del matrimonio fosse la conclusione di una storia.


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