Tsipras "Taglia" la Moglie di Clooney. Tolti gli Incarichi ad Amal Alamuddin

17 Febbraio 2015   07:23  

ATENE - Alexis Tsipras continua nella sua opera di riqualificazione dell'immagine greca nel mondo e di taglio alle spese interne anche per rispetto alle condizioni economiche dell'intera nazione.

Tra le vittime illustri che potrebbero essere tagliate c'è anche la moglie di George Clooney, il brillante avvocato Amal Alamuddin con studio sul Tamigi incaricato dal precedente governo di studiare una strategia per importte la restituzione dei Marmi del Partenone dal British Museum di Londra alla legittima acropoli di Atene.

La complessa, chiacchierata, delicata operazione di riportare in patria dopo duecento anni il tesoro del Partenone è stata seguita dal 2011 dall’avvocato Amal Alamuddin, oggi signora Clooney.

Per conto del suo famoso studio legale londinese Doughty Street Chambers, la bella e impegnata Amal Clooney è intervenuta come consulente internazionale per studiare la migliore soluzione giuridica possibile al fianco di David Hill, l’archeologo che presiede l’associazione mondiale per la restituzione dei Marmi del Partenone.

Questione non da poco, quella dei Marmi. Sono più di trent’anni che il governo di Atene ne richiede la restituzione. Un tesoro di 15 metope, 56 bassorilievi di marmo e 12 statue, senza dimenticare una delle sei cariatidi del tempietto dell’Eretteo. Un “bottino” che Lord Thomas Bruce Elgin nel 1802, in veste di ambasciatore britannico, fece prelevare e vendette nel 1816 al British Museum. Istituzione che in tutta questa storia ha risposto picche.

Non solo, ma a dicembre scorso ha fatto infuriare il mondo della cultura greco, quando ha prestato un preziosissimo marmo (Divinità fluviale) del Partenone alla Russia per una mostra inaugurata all’Hermitage di San Pietroburgo.

Da quanto si apprende, il nuovo esecutivo greco guidato dal Tsipras intenderebbe annullare il contratto sottoscritto dal precedente governo con Amal Alamuddin-Clooney e il suo studio per ragioni economiche.

E le polemiche non mancano, visto che l'ex ministro della Cultura Constantinos Tasoulas, da parte sua, ha smentito che sia mai stato firmato un contratto tra il precedente governo greco e lo studio legale britannico.


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