Tunnel Madonna Appari: scempio o buon intervento? Gli opposti pareri di Provincia e Comune

28 Luglio 2012   12:48  

La polemica intorno alla galleria adiacente al santuario della madonna d'Appari riporta alla ribalta il tema decisivo della relazione che ci deve essere nella ricostruzione del cratere sismico aquilano tra esigenze tecniche, funzionali e di sicurezza e la tutela e rispetto della bellezza estetica del patrimonio storico architettonico oggetto dell'intervento.

E più in generale della tutela del paesaggio e dei valori ambientali del territorio, già teatro ed anzi vittima, nella fase post-sismica, di un eccessivo e spesso evitabile consumo di suolo, dell'invasione di strutture provvisorie definitive in cartongesso, di ricostruzioni e restauri dalla qualità più che discutibili.

Esemplare in tal senso i lavori di messa in sicurezza della galleria della Madonna d'Appari. Era una bellissima galleria in roccia viva, scavata a mano subito dopo l'unità d'Italia, uno dei luoghi simbolo del territorio aquilano.

A seguito dei lavori di messa in sicurezza da parte della Provincia dell'Aquila, la galleria è stata ampliata e squadrata, perdendo la sua naturale irregolarità, e soprattutto la caratteristica parete interna di roccia è stata foderata da una coltre di grigio cemento.

A seguire due punti di vista opposti in merito alla bontà o meno dell'intervento. Quella del presidente della Provincia Antonio Del Corvo secondo cui non si poteva fare altrimenti e meglio, e quella dell'assessore comunale ai lavori pubblici Alfredo Moroni, che definisce l'opera una devastazione inaccettabile, e promette che la vicenda non si chiederà qui.  


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