UE, nomine in stallo

01 Luglio 2019   09:45  

I lavori del vertice europeo a 28 con la colazione di lavoro, sono ripresi in ritardo perché la cancelliera Angela Merkel subito prima si è riunita con gli altri leader del Ppe per cercare di accrescere il margine di consensi sui nomi del pacchetto che il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk presenta nella seduta plenaria. Trovare un'intesa non sarà cosa facile, spiegano fonti europee, che allo stesso tempo evidenziano come il nome dell'olandese Frans Timmermans sia, tra quelli degli Spitzenkandidaten, il più gettonato. Non è escluso che nel corso della mattinata si arrivi alla conta. Inoltre, spiegano le fonti, tecnicamente le consultazioni potrebbero continuare per tutta la giornata.
L'accordo sul pacchetto delle nomine per i posti chiave delle istituzioni europee è ancora "molto complicato", secondo quanto spiegano fonti diplomatiche europee. La candidatura di Frans Timmermans per la Commissione europea resta sul tavolo dei leader, anche se sono ancora tra i sette ed i dieci, i capi di stato e di governo contrari, con pochi spostamenti rispetto alle posizioni espresse già ieri sera all'inizio del summit.

"Il criterio dello Spitzenkandidat sta incontrando difficoltà. Mi sembra un po' difficile rimanere legati solo a questo criterio". Così risponde il premier Giuseppe Conte a chi gli chiede del nome di Frans Timmermans per la Commissione Ue. "L'Italia è molto aperta al dialogo: l'ho detto dall'inizio. Ma per me non c'è solo il criterio dello Spitzenkandidat, non può essere la sola soluzione", ripete in inglese. "Non vogliamo vincolarci a un unico criterio. Dobbiamo essere flessibili nella scelta del candidato giusto".
"La verità è che non c'è un patto di Osaka: è un fraintendimento. Perché è stato deciso il giorno prima di Osaka". Lo dice il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, con riferimento al pacchetto di nomi per la guida delle istituzioni europee, che - secondo le ricostruzioni - sarebbe emerso dal G20 di Osaka, in Giappone, come frutto di un'intesa tra i leader europei di Germania, Francia, Olanda e Spagna. Il pacchetto vedeva il nome di Frans Timmermans per la Commissione, di Manfred Weber per il Parlamento e di un francese per la Bce.

Dopo sette estenuanti ore di negoziato i leader popolari, dopo averlo accolto inizialmente con estrema freddezza, stanno convergendo sull'accordo raggiunto ad Osaka dalla cancelliera tedesca Angela Merkel, il presidente francese Emmanuel Macron ed i premier olandese e spagnolo Mark Rutte e Pedro Sanchez, che prevede l'arrivo di Frans Timmermans sulla poltrona della presidenza della Commissione europea e Manfred Weber su quella dell'Eurocamera, per i prossimi cinque anni. Gli incontri bilaterali proseguono nella notte con l'obiettivo di consolidare la possibile intesa. E restano comunque ancora da riempire, le caselle dell'Alto rappresentante e del vertice del Consiglio, che sulla base del rispetto dell'equilibrio geografico e di genere, dovrebbero tingersi entrambe di rosa. Ma a dare il segnale dell'evoluzione, è stato un video girato intorno a mezzanotte dal premier bulgaro Boyko Borissov, che alla sospensione dei lavori del summit ha lasciato la sede del Consiglio europeo per incontrare Timmermans nella sede della sua rappresentanza permanente. "Sta emergendo un compromesso" ha detto a Timmermans, prima che la clip si interrompesse. Nel frattempo fonti diplomatiche hanno segnalato una progressiva retromarcia dei leader del Ppe, che entrati al vertice con una posizione in netto contrasto con quella di Merkel e infastiditi dalla mossa della cancelliera - dopo aver fatto la voce grossa esprimendo tutto il loro dissenso - hanno deciso di allinearsi alla posizione della tedesca. Strenui oppositori continuano invece ad essere i capi di stato e di governo dei Paesi Visegrad, con Polonia e Ungheria in testa, e Viktor Orban che ha definito la scelta di Timmermans come "il più grande errore della storia". Ma i quattro, da soli, non raggiungono il peso specifico necessario per poterla bloccare. Tra l'altro, la premier britannica Theresa May ha fatto sapere, che nel caso di un voto, starà dalla parte della maggioranza.

 


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