Un'economia in macerie: L'Aquila a un bivio

Lavoro, tasse, zona franca: i grandi nodi

13 Novembre 2010   11:00  

Tra poco più di un mese nelle zone dell'Abruzzo colpite dal terremoto del 2009 scadranno i benefici fiscali e i cittadini torneranno a pagare tasse, tributi e contributi e inizieranno a restituire quelli fino ad oggi non versati in virtù della sospensione concessa all'indomani del sei aprile.
Questo mentre scadranno gli ammortizzatori sociali, mentre l'economia è in ginocchio, la disoccupazione dilaga e tutte le misure straordinarie più volte annunciate per favorire la ripresa del comprensorio aquilano tardano ad arrivare.
C'è chi parla di capovolgimento del modello adottato per la ricostruzione del Friuli, dove si diede priorità alle fabbriche, poi alle case, per ultimo alle chiese.
E intanto, il capoluogo si prepara ad una nuova, ennesima, mobilitazione popolare. Sabato 20 novembre si scenderà di nuovo in piazza per chiedere, oltre ad un trattamento fiscale equiparato a quello adottato in occasione del sisma di Umbria e Marche e strumenti utili a favorire la ripresa economico-occupazionale, anche fondi certi e una legge ad hoc per la ricostruzione.

Abruzzo24ore.tv ha deciso di realizzare una serie di interviste ai rappresentanti delle associazioni di categoria e dei sindacati, per offrire, soprattutto ai lettori di fuori cratere e fuori regione, dal viva voce autorevole di chi ha il polso della situazione, una quadro, speriamo esaustivo, dell'Abruzzo post-terremoto.

 

Un programma di Luca Di Giacomantonio

realizzato da Marco Signori, Barbara Bologna, Filippo Tronca

immagini di Diego Lepiscopo, Alessandro Di Giacomantonio, Marialaura Carducci

videografica di Massimiliano Nibid

redazione di Manuela Bruschi

segreteria di edizione Alessia Bonaduce e Stefania Ricci


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