Un monumento virtuale per 308 vite spezzate

Da Facebook il ricordo delle vittime del sisma

30 Agosto 2010   12:32  

Se il virtuale è la riproposizione di una realtà senza l'odore e senza il corpo, spesso questa realtà ci appare distante, indifferente, sterile.
Quando però virtualmente ci vengono offerte immagini e storie di un'esperienza collettiva di cui facciamo parte, anche quel mondo senza corpo, ci appartiene e ci emoziona.
Le storie e i volti delle vittime di una guerra, dei morti per la fame, di sepolti da catastrofi naturali di cui avremmo potuto essere partecipi ci lascia spesso senza parole, ci muove dentro, come se cogliessimo, anche nella virtualità di quelle esperienza, l'odore, il dolore lo strazio fisico.

E così, quando, all'improvviso, vedi alcune foto e scorgi occhi grandi, sorrisi aperti, rughe profonde, chiome infantili, e leggi storie di vite interrotte, il tuo sguardo, la tua riflessione si fermano per un istante e comprendi che quelle vite spezzate, sono pezzi di vita strappati alla tua stessa vita. Quando nello scorrere delle notizie, nell'immediatezza delle informazioni che viaggiano sul web, nell'affollarsi di nozioni utili ed inutili delle piazze virtuali ti imbatti nel gruppo Facebook "Monumento Virtuale Alle Vittime Del Sisma Del 6 Aprile", per un attimo un movimento dell'anima ti blocca.
Guardi quei visi, leggi stralci di quelle storie vissute, alcune apparentemente stanche, altre appena all'inizio, alcune invidiabili, altre insipide, ma tutte vive, pronte ad essere, a voltare pagine, pronte a procedere o tornare indietro, libere di essere, fermate all'improvviso. Capisci che il cieco destino stavolta ha scelto loro e non te. Quel ricordo, per via virtuale, prende forma, e senti quasi il calore di quelle vite, la luce dell'esistenza, la vibrazione di quelle anime.
Torni a guardare i visi, molti non li conoscevi, eppure in tutti quegli occhi, tutti, leggi qualcosa: la certezza dell'immortalità, del qui e ora. Il dopo è una speranza, una costruzione mentale, una tensione che cerca di dare senso al presente.
In quelle foto, scopri il passato, di vite che non ci sono più, e capisci che il loro futuro, è la nostra memoria delle loro esistenze, non virtuali ma piene e vive, e come tali vanno ricordate.


308, le vittime del sisma del 6 aprile 2009, non sono numeri, sono vite rubate mentre il loro treno era in corsa, lanciate verso un futuro tutto da costruite, che invece è stato mandato in frantumi.
Il ricordo, anche nel mondo virtuale, è la necessità per noi, di costruire un futuro sconosciuto, con la consapevolezza di un passato non vago ma sostanziale. Per loro, che non ci sono più, il ricordo è un dovere, perché il loro passaggio su questa terra non sia stata una inutile corsa verso il nulla, e perché l'interruzione a metà del loro viaggio, non si ripeta per altri viaggi.

(Barbara Bologna)

 

 


Oroscopo del Giorno powered by oroscopoore