Una centrale nucleare a San Benedetto del Tronto ?

Uranio e bufale

18 Marzo 2009   00:52  

Uno studio del  20 marzo 2008,  a firma del ricercatore  del CNR Francesco Meneguzzo, esponente dei Verdi, volto ad individuare i siti  dove  poter eventualmente realizzare  centrali nucleari, poi annunciate in numero di quattro dal presidente del consiglio Silvio Berlusconi, indicherebbero come una delle possibili "location" la Riserva naturale della Sentina nei pressi di San Benedetto del  Tronto, ai confini con  l'Abruzzo. 

Secondo i criteri di distanza dalle aree più densamente popolate, il rischio sismico, il rischio alluvionale, il rischio di frana, le località più idonee  per la realizzazione di piccole centrali da 800 megawatt sarebbero: Monfalcone (Go), Chioggia (Pd),  Ravenna, Caorso (Pc), Trino (Vc), Fossano (Cn),  Scarlino (Gr),  Latina,  Termoli (Cb),  Garigliano (Ce),  Mola (Ba), Scanzano Ionico (Mt), Palma (Ag), Oristano e appunto San Benedetto del Tronto.  San Benedetto non figura invece nella seconda ipotesi che prevede la realizzazione di un numero inferiore di grandi centrali nucleari,da 1200 megawatt .

Una lista, afferma lo stesso Meneguzzo che è stato "un esercizio tra amici, per di più di area ambientalista". Una lista fittizia, quindi, "ma non troppo lontano da quella vera - aggiunge Meneguzzo -  visto che le caratteristiche necessarie a realizzare una centrale nucleare sono quelle".

Il caso viene riproposto dal noto blogger Claudio Messora, che ha anche intervistato l'assessore alle politiche ambientali del Comune di San Benedetto Paolo Candicci che afferma: "Lo studio esiste, ma è puramente  teorico. E' chiaro che il CNR ha fatto uno studio di fattibilità esclusivamente  legato all'approvvigionamento di acqua, alla vicinanza di infrastrutture. Forse, ritengo che non abbia approfondito l'elemento qualificante di  quell'area, che è una riserva regionale, che ha dei vincoli importanti, anche per cose molto più piccole di una centrale nucleare. E' quindi chiaro  che in un contesto normativo di riferimento regionale e locale di questo tipo, le complicazioni per un intervento del genere sono notevoli. Questo  solo per rimanere sotto l'aspetto formale, per non dire che non c'è quel consenso sociale sul nostro territorio che possa accettare o condividere  l'installazione di una centrale di questo tipo. Nel novembre scorso una mozione che chiedeva al Consiglio Comunale di votare contro  l'installazione di una centrale nucleare, contro la realizzazione di un deposito di scorie, contro il passaggio delle scorie nel nostro territorio è stata  votata all'unanimità. Significa che è stata votata anche dall'opposizione, ovvero dagli stessi partiti che invece a Roma sostengono la necessità di  tornare al nucleare".

Per altri  invece, questa lista non è per nulla attendibile, compresa la localizzazione di San Benedetto, e sarebbe nata nel clima (radioattivo) della campagna elettorale, " Dietro questa notizia - ha ben spiegato   Massimiliano Orlando  di info@consumatori - ci sono stati Ministri ( dell'allora governo di centrosinistra) che hanno depistato, giornali nazionali che non hanno verificato, candidati alle elezioni che ne hanno fatto argomento di campagna elettorale, blog che hanno confuso i lettori". Lo studio sarebbe stata solo una provocazione, commissionata da Fabio Roggiolani, consigliere regionale in Toscana tra le fila dei Verdi, con lo scopo di pungolare la cittadinanza sulla questione del nucleare.  E soprattutto per trovare argomenti forti da spendere in  campagna elettorale. 

Oggi  però viene rilanciata l'ipotesi che San Benedetto resista nella "candidatura" ad ospitare una delle quattro centrali nucleari che il Governo intende realizzare, o anche un sito di stoccaggio delle scorie radioattive. Sarebbe utile  fare chiarezza definitiva sulla vicenda. Verificare la notizia, capiteci, non è per nulla facile. Provateci voi a telefonare all'Enel o al Ministero, o addirittura a Silvio Berlusconi in persona per chiedere: "Scusate, per caso potreste dirmi dove volete fare le centrali?". Insomma, ci sembra opportuno girare l'impellenza ai parlamentari abruzzesi e anche alla politica regionale. Il presidente Chiodi al nostro microfono si è detto favorevole al nucleare, ma non alla realizzazione di centrali in Abruzzo.  E se invece una centrale si  realizzasse al confine della nostra regione? Comunque a pochi chilometri dalle case di migliaia di abruzzesi? Come la mettiamo? 

FT

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