Uno studio dimostra che "la pirateria aiuta il cinema" ma viene immediatamente secretato

Chi l'avrebbe mai detto? Scaricare opere pirata favorirebbe il consumo legale anzichè scoraggiarlo. E' questa l'incredibile conclusione a cui sarebbe giunto uno studio segreto svolto dall'osservatorio di ricerca GFK che, però, è stato nascosto dai committenti, poco soddisfatti dei risultati ottenuti.

A dare l'incarico di svolgere questa indagine sono state, naturalmente, le aziende dell'industria tedesca dei film ed ora la notizia sta facendo il giro del web dopo la pubblicazione in Germania sul sito 'Telepolis'. Arriverebbero conferme, insomma, sulla tesi sostenuta da molti, anche in Italia, che la pirateria non danneggerebbe affatto l'economia dei copyright.

A giugno scorso una mega indagine della polizia, con ben 250 agenti coinvolti, ha praticamente raso al suolo gli utenti del sito 'Kino.to', che forniva link a film in streaming. I suoi 13 amministratori sono stati arrestati e ora sulla homepage compare un avviso: “chiuso in base al sospetto di aver creato un’organizzazione criminale che violava il copyright”.

Proprio con l'intento di calcare la mano su questi ragazzi sarebbe nato lo studio commissionato dall'industria, che voleva provare come il sito avesse danneggiato le vendite e fare un identikit di quei “criminali” che erano gli utenti. L'indagine, però, stando a quanto riferito a 'Telepolis' da una fonte di GFK, avrebbe dimostrato l'esatto contrario. Gli utenti, in sostanza, usavano il sito per avere un'anteprima del film e poi, eventualmente, acquistarlo. o vederlo al cinema.

Di parere assai diverso, invece, sono l'industria di musica e film, pronte da sempre a sostenere che la pirateria è la principale causa della crisi dei fatturati. Secondo i dati  Ifpi (International Federation of Music Phonographic Industry) la pirateria avrebbe danneggiato il mercato mondiale per 500 milioni di dollari nel 2010. In Europa, invece, la somma potrebbe essere di 240 miliardi tra il 2008 e il 2015 e di 1,2 milioni di posti di lavoro perduti.

Francesco G. Balzano