«La vendemmia 2011 in Italia è salva grazie all'impegno di 30mila  lavoratori stranieri che garantiscono la raccolta delle uve destinate ai  più pregiati vini di qualità dal Brunello di Montalcino al Barbaresco  fino al Prosecco nel cui distretto lavorano addirittura immigrati di ben  53 differenti nazionalità da 4 diversi continenti». È quanto è emerso,  ha riferito la Coldiretti, «da una analisi sulla vendemmia 'multietnicà,  attualmente in corso lungo tutto lo stivale e si prevede quest'anno di  buona qualità e contenuta su una produzione di 44-45 milioni di  ettolitri».
 
 «Nel corso degli anni è cresciuta la presenza tra i filari dei  lavoratori stranieri che sono diventati una componente indispensabile  dei principali distretti vitivinicoli nazionali dove senza di loro la  produzione sarebbe a rischio» ha affermato il presidente della  Coldiretti Sergio Marini. «Oggi -ha proseguito- nei territori di  coltivazione dei vigneti destinati alla più prestigiose etichette  convivono e lavorano intere comunità di persone di diversa nazionalità».
 
 «Se nelle vigne destinate alla produzione del Prosecco a prevalere è la  presenza di lavoratori polacchi, in quelle destinate alla produzione  del Barolo - ha continuato la Coldiretti - si affermano i macedoni  mentre in Lombardia per la Bonarda dell'Oltrepò pavese la leadership è  dei romeni che insieme ai polacchi operano in maggioranza anche nei  vigneti delle 'bollicinè del Franciacorta.
In Toscana per il Brunello di Montalcino sono i maghrebini, in  particolare i tunisini, a dare il contributo nel garantire l'integrità  delle uve».
 
 «E, infine, nelle colline dei Castelli romani, in mezzo agli studenti  che rappresentano la maggioranza degli assoldati per la vendemmia, sono  gli immigrati dell'est europeo -ha detto ancora- a lavorare nella  raccolta delle uve che danni il Frascati. Il risultato è che quasi il 15  per cento dei 210mila lavoratori impegnati nella raccolta delle uve è  straniero». «La presenza di lavoratori stranieri -ha sottolineato la  Coldiretti- contribuisce peraltro in misura significativa al  ringiovanimento delle campagne in quanto si tratta spesso di lavoratori  con una età di molto inferiore a quella media dei settore. A questo si  aggiunge anche il ruolo nei confronti dello spopolamento dei centri  minori spesso collegati ad importanti attività vitivinicole».