Venezuela:Si inasprisce la crisi del settore aereo

13 Giugno 2014   20:09  

Come già ampiamente descritto in una precedente nota la situazione del trasporto aereo in Venezuela peggiora ogni giorno di più.

Il debito accumulato con le compagnie aeree cresce inversamente proporzionale alla volontà del governo di onorare gli impegni di pagamento concordati a livello internazionale.

L’ atteggiamento dell’esecutivo venezuelano, considerato dalle maggiori compagnie di bandiera internazionali, di arrogante chiusura, sta trascinando in un vicolo cieco la possibilità di una soluzione per quella che viene considerata come la peggiore crisi che la storia dell’aeronautica civile mondiale ricordi.

 A questo si aggiungono episodi sempre più frequenti di “rappresaglia”, da parte delle autorità competenti, contro le compagnie aeree che non hanno accettato la richiesta di sconti e dilazioni del pagamento fuori di ogni ragionevole logica giuridica internazionale  e commerciale.

E’ di pochi giorni fa infatti il rifiuto, dell’autorità di gestione dello scalo internazionale di Maiquetia (Caracas), all’atterraggio di un aeronave  dell’Alitalia  in volo per onorare gli impegni con i clienti che avevano comprato i biglietti per il volo Caracas – Roma e che a causa della interruzione del servizio erano rimasti a terra.

Così come l'altro ieri notte alle 4 della mattina un  737/800 AeroMexico ha chiesto il permesso per  rifornirsi di carburante (tocco tecnico che un paese non dovrebbe mai negare a un aereo) invece è stato negato l'atterraggio a Maiquetia e l’aeronave  ha dovuto atterrare a Barranquilla (Colombia).

Intanto fonti del governo venezuelano continuano ad affermare  che il pagamento alle compagnie aeree straniere relativo alle vendite del 2012 e il 2013 è stato risolto.

Ma nulla è più lontano dalla realtà solo 7 compagnie aeree hanno accettato le condizioni a cui il governo le ha costrette obbligandole ad effettuare uno sconto del 30%, su servizi già forniti.

Insel Air, Tame (Ecuador) Aruba Air (Aruba) e Aeromexico hanno accettato uno sconto sul totale della valuta richiesta (alcuni sono andati oltre il 30%) ed il saldo in un'unica soluzione. Sono stati obbligati, tra l’altro,  ad accettare il tasso di cambio in vigore due anni  fa.

 Questo pagamento è stato acconsentito solo da Tiara Air (Aruba), Air Europa (Spagna) e Aerolineas Argentinas.

Il resto: Air France, Goal, Alitalia, Avianca / Taca, American Airlines, Caribbean Airlines, United Airlines, Tap Air Portugal, Lam / Tam, Delta, Air Canada, Lufthansa e United Airlines (Panama) non hanno accettato i termini di sconto o di pagamento.

Le probabilità che continuino a operare da e verso un paese che non è conforme ad i suoi accordi bilaterali in materia di trasporto aereo sono sempre meno probabili.

IATA ha fatto sapere che supporta la rimozione delle linee se non c'è effettivo pagamento prima del 1 ° luglio.

Molte compagnie aeree stanno già cercando altri collegamenti (hub) nella regione e finora l'aeroporto di El Dorado (Bogotà) e quello in America centrale (Panama) sembrano soddisfare l'obiettivo.

La situazione sta portando il paese ad un isolamento sempre più accentuato, sia per quanto riguarda gli arrivi che le partenze, sempre più difficili queste ultime, per l’alto costo dei biglietti che impediscono di fatto qualsiasi possibilità di viaggio ai cittadini venezuelani.

Resta l’amarezza per una circostanza che contribuisce in maniera sostanziale insieme con l’insicurezza dilagante, al mancato sviluppo di una politica di promozione turistica che possa valorizzare un territorio con un potenziale attrattivo unico al mondo.

Gianfranco Di Giacomantonio   Caracas - Venezuela


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