Verdone e la sua Africa, molto meglio delle nostre metropoli

La recensione di Io, loro e Lara

13 Gennaio 2010   19:33  

Io, loro e Lara

Regia: Carlo Verdone
Cast: Carlo Verdone, Laura Chiatti, Anna Bonaiuto, Marco Giallini, Sergio Fiorentini, Angela Finocchiaro, Olga Balan, Agnese Claisse, Tamara di Giulio, Cristina Odasso, Giorgia Cardaci, Marco Guadagno, Roberto Sbaratto, Loukoula Letizia Sedrick Boupkouele, Antoinette Kapinga Mingu, Nimata Carla Akakpo, Gianfranco Mazzoni, Valeria Ceci, Marco Minetti.
Genere: Commedia
Durata: 115 minuti
Voto: OOO 1/2

Padre Carlo Mascolo è un missionario che vive in un villaggio nel cuore dell’Africa dove, parole sue, fa “ il medico, il preside, l’agricoltore, il meccanico e lo sceriffo a tempo pieno”.
Da qualche tempo avverte i sintomi di una crisi spirituale che lo angoscia sempre di più. Dunque decide di tornare a Roma per parlarne ai suoi superiori. Il padre spirituale lo tranquillizza: a volte è necessaria una pausa di riflessione. Lo esorta, così, a trascorrere un po’ di tempo in famiglia per ritrovare se stesso attraverso il calore dei propri cari.
Il povero missionario non ce la fa davvero più. Il Continente Nero è pieno di difficoltà insormontabili per un solo uomo senza, peraltro, l'entusiasmo di una volta. Meglio, allora tornare al focolare domestico, dove tranquillità e pace dovrebbero donargli la serenità persa. Dolci sogni della persona semplice qual'è, perchè la sua famiglia non è più quella di una volta: la sorella è una psicologa con più turbe dei pazienti e una figlia emo(tivamente) instabile, il fratello cocainomane e materialista ed il padre vedovo in eterna ricerca del vero amore. I problemi dei parenti gli faranno sembrare bazzeccole le peripezie della sua professione ma, soprattutto, lo faranno riflettere su quanto sia impossibile comunicare. L'Africa, insomma, è molto meglio delle nostre metropoli, sembrerebbe dirci il regista romano, ma, attenzione, Io loro e Lara non è solo questo. Padre  Carlo rappresenta un continente dimenticato dall'Occidente, inceppatosi in finti problemi ed incapace di ascoltare, e quindi completamente sordo alle grida di aiuto lanciate da quei luoghi.
Verdone torna a fare un film di alto valore dopo tanti anni (l'ultimo fu Compagni di scuola). Il comico ci fa riflettere su temi profondi con la leggerezza che gli è propria, attraverso dialoghi efficaci e ben congeniati, interpretati da personaggi tipo macchietta, in realtà, però, ben esplorati. Il cineasta mette in mostra il solito teatrino degli orrori, messo in scena con pungente spirito di critica. Ottime le prove dei 'fratellini' Anna Bonaiuto e Marco Giallini; deve, invece, ancora crescere, e parecchio, Laura Chiatti, migliorata rispetto al passato, ma ancora inadatta a recitare con attori di questo livello. La maggior pecca del film è forse la lunghezza, fosse durato 20 minuti in meno (ed era possibile), sarebbe stato un ottimo prodotto.

Francesco Balzano

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