Violenza verbale e sessismo

La cultura dell'odio che colpisce le donne

21 Agosto 2016   22:07  

L'utimo volgarissimo attacco alla senatrice Stefania Pezzopane rappresenta solo la punta dell'iceberg di una condizione di vera e propria regressione culturale che vede le donne al centro di una condizione grave e preoccupante.
Nulla c'entra l'appartenenza politica perchè "la cultura" dell'odio è trasversale e investe le donne in ogni ambito.

Abbiamo raccolto, al riguardo, la dichiarazione di Emanuela Iorio, assessora al Comune dell'Aquila che ha tra le sue deleghe le pari opportunità:
" L'articolo 595, terzo comma del codice penale, secondo cui il reato di diffamazione è punito più severamente nel caso in cui l'offesa sia recata attraverso la stampa così come attraverso qualsiasi altro mezzo che possa permettere una vasta distribuzione del messaggio andrebbe applicato con rigore.
E' inaccettabile che media e social fungano da cassa di risonanza per forme di violenza inaccettabili e indegne per un Paese che voglia definirsi civile."

La nostra redazione ha contattato Gilda Panella - coordinatrice provinciale delle Democratiche - che così ha commentato:
"Il linguaggio è espressione di un'edentità culturale, di un modo di pensare, di agire: è al centro delle modalità e delle dinamiche che regolano i rapporti interpersonali.
Bambole gonfiabili & affini sono elementi che qualificano quella parte di "civiltà" maschilista, violenta e rozza che rinnega la dignità delle donne volendole relegare al ruolo di oggetto."

E' forte l'impressione di esser regrediti a tempi nei quali le donne erano costrette a lottare per diritti elementari: dal diritto all'autodeterminazione al diritto di voto.
Quali e di chi le responsabilità di questa barbarie?

"La politica, tutta, ha enormi responsabilità in questo senso, al di la degli schieramenti, così come certa stampa" - risponde e prosegue -
"Pesante e colpevole il silenzio di chi, avendo ruolo e responsabilità, in ogni ambito, tace di fronte a qualunque forma i violenza. Spaventa, oltre a preoccupare, il silenzio di colore che si ritengono "giusti"; un assopimento delle coscienze dalle conseguenze gravi e imprevedibili. "

Conclude con una considerazione che è impossibile non condividere: " E' nel sessismo la matrice delle violenze di genere e del femminicidio. Enormi, gravissime e senza scusanti le responsabilità di chi istiga direttamente o indirettamente a pratiche discriminatorie e violente nei confronti delle donne."


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