Violenze e aggressioni, lo psicologo: problema culturale

10 Maggio 2010   14:48  

Si va riprendendo la ragazza che ha denunciato di essere stata stuprata nella notte fra giovedì e venerdì nella campagna ad est dell'Aquila, mentre proseguono le indagini dei carabinieri che stanno cercando di ricostruire l'accaduto. Tutti gli indumenti indossati quella sera dalla giovane sono intanto all'esame del Ris.

Altro posto, altro episodio di gratuita violenza.

Discoteca Megà, Pescara, un sabato sera come tanti che pullula di giovani. Intorno alle 3 e mezza all'uscita dal locale una ragazza viene aggredita da uno sconosciuto che l'ha improvvisamente e apparentemente senza motivo colpita al volto con un pugno.

Nemmeno il fidanzato della trentenne, che era in sua compagnia, è riuscito a placare la furia dell'aggressore, sopraffatti anche gli addetti alla sicurezza del locale.

Solo l'arrivo della polizia ha messo in fuga l'uomo, che in base alle testimonianze sarebbe italiano, fra i 25 e i 30 anni e di carnagione scura.

Ma dove va ricercata la causa di tanta inaudita e gratuita violenza, alla quale le cronache degli ultimi tempi ci hanno ormai abituato? Abbiamo chiesto il parere dell'esperto, Alessandro Sirolli, direttore del centro diurno psichiatrico dell'Asl dell'Aquila.

(MS)


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