Vita notturna, la differenziazione degli orari crea malumori

Chiusura alle 2 in centro e alle 3 lungomare

06 Giugno 2008   09:00  

Com’era prevedibile, non sta avendo le migliori reazioni dei gestori la decisione del prefetto di ordinare la chiusura dei locali notturni del centro alle 2. Soprattutto se alle discoteche della riviera resta consentito chiudere alle 3. Il provvedimento del prefetto, infatti, esenta le discoteche del lungomare.

Ieri sera i gestori si sono radunati alle 20 davanti a “Inn 88” assieme all’avvocato, con il quale discutere di come reagire proprio all’ordinanza del prefetto che ha deciso la chiusura anticipata dei locali nel centro storico e in tutta l’area intorno per ragioni di sicurezza.

La disparità di trattamento è quella che si fa sentire di più: “non accettiamo di essere criminalizzati e, soprattutto, vogliamo regole uguali per tutti: non possiamo essere discriminati rispetto agli esercizi della riviera”, sostengono alcuni di loro accorsi ieri sera al richiamo dei colleghi circolato con il passaparola.

E mentre stamattina una delegazione chiederà di incontrare il prefetto Paolo Orrei per spiegare le ragioni della protesta, qualche nodo viene al pettine, “parlano di sicurezza, ma questa situazione si è creata a causa di alcuni locali malgestiti, regolarmente denunciati alle autorità: nessuno però ha voluto prendere provvedimenti esemplari e adesso tutti dobbiamo pagare per pochi” sostiene la gestrice di un locale nella Pescara vecchia, fra le prime ad insediarsi lì sedici anni fa.

Anche accuse alle forze dell’ordine, che secondo altri esercenti “non ci sono uomini delle forze dell’ordine che presidiano e quando vengono a fare i controlli, controllano noi”.

Differenziazioni emergono anche fra Corso Manthonè e via delle Caserme, per via dei diversi target di frequentatori, giovanissimi nel primo, gente più adulta nella seconda, ed i gestori di quest’ultima sono ancor più risentiti proprio perché, affermano soddisfatti, “questo è un posto tranquillo. Il problema si crea quando non c’è controllo”, ed aggiungono che lì di risse non se ne vede l’ombra.

Preoccupazioni vengono lanciate anche per l’aspetto occupazionale, la riduzione dell’orario di apertura, dicono, è un segnale pericoloso per la tenuta del piccolo distretto: ogni locale impiega tre, quattro, qualcuno anche otto o nove persone, sono centinaia di posti di lavoro che potrebbero essere a rischio.

Ma la cosa che non va particolarmente giù ai gestori del centro, è proprio la disparità di trattamento con la riviera, che renderebbe ancor più penalizzati i locali della Pescara vecchia, perché se sul lungomare restano aperti per un’ora in più, “per noi sarà controproducente: a partire dell’una e mezza dovremo cominciare a ritirare i tavoli e la gente qui neppure ci verrà”.

Per altri il problema sono i costi eccessivamente bassi di alcuni locali, nei quali i ragazzi si ubriacano con appena 5 o 10 euro, e questo logicamente nell’ultimo anno ha contribuito al cambio del target.


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